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Papa: penso a stanchezza sacerdoti, a volte anch'io sono stanco

02 aprile 2015 | 10.50
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Il Pontefice nell'omelia della Messa del Crisma parla della stanchezza dei sacerdoti e lancia un monito: ''Non nascondetevi in ufficio o in auto dietro i vetri oscurati''. Nel pomeriggio Bergoglio a Rebibbia per la lavanda dei piedi a 12 detenuti

Papa Bergoglio (Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Bergoglio (Infophoto) - INFOPHOTO

"La stanchezza dei sacerdoti! Sapete quante volte penso a questo: alla stanchezza di tutti voi? Ci penso molto e prego di frequente, specialmente quando ad essere stanco sono io". Così papa Francesco, nell'omelia della messa del Crisma, nella Basilica Vaticana, parla della stanchezza dei sacerdoti "quella abituale del lavoro apostolico quotidiano fino a quella della malattia e della morte, compreso il consumarsi nel martirio". "Se il Signore pensa e si preoccupa tanto di come potrà aiutarci, è perché sa che il compito di ungere il popolo fedele è duro; ci porta alla stanchezza e alla fatica", dice.

"Prego per voi - aggiunge Francesco - che lavorate in mezzo al popolo fedele di Dio che vi è stato affidato, e molti in luoghi assai abbandonati e pericolosi. E la nostra stanchezza, cari sacerdoti, è come l’incenso che sale silenziosamente al Cielo. La nostra stanchezza va dritta al cuore del Padre".

''Non nascondetevi in ufficio o in auto dietro i vetri oscurati'' - Detto questo Papa Bergoglio lancia un monito ai cardinali, ai vescovi e ai presbiteri presenti nella basilica vaticana. "Il popolo fedele non ci lascia senza impegno diretto, salvo che uno si nasconda in un ufficio o vada per la città con i vetri oscurati". Parlando della stanchezza dei sacerdoti, nella loro missione quotidiana, il Papa ricorda che si tratta di una "stanchezza buona, sana. E’ la stanchezza del sacerdote con l’odore delle pecore…, ma con sorriso di papà che contempla i suoi figli o i suoi nipotini. Niente a che vedere con quelli che sanno di profumi cari e ti guardano da lontano e dall’alto", sottolinea.

A Rebibbia la lavanda dei piedi ai detenuti - Nel pomeriggio il Pontefice si è recato nel carcere romano di Rebibbia per la tradizionale lavanda dei piedi, nell'ambito delle celebrazioni pasquali. Ripetendo il rito che Cristo fece ai suoi dodici apostoli, Bergoglio ha lavato i piedi a sei detenuti uomini e sei donne, dei quali sei sono italiani e sei stranieri: due detenute nigeriane, di cui una del nido, una congolese, una ecuadoriana, un detenuto brasiliano e uno nigeriano.

Domani via Crucis al Colosseo - Domani sera il Papa presiederà la via Crucis al Colosseo. Per portare la croce lungo le 14 stazioni arriveranno anche dall'Iraq e dalla Siria, dalla Cina e dalla Nigeria. E poi: famiglie, figli adottati, malati, suore, sacerdoti. Alla prima stazione, così come all'ultima, sarà il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, a portare la croce e a condurla così fino a Francesco, per la riflessione finale e la benedizione

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