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Papa: Bergoglio vuole la pace in M.O., ma cristiani ancora nel mirino /Aki (3)

09 giugno 2014 | 15.54
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(Aki) - Molti di loro sono stati costretti alla fuga in Libano e negli altri paesi confinanti al punto che, dopo oltre tre anni di guerra civile, in Siria i cristiani sono il 5% della popolazione. Erano il 15% prima dello scoppio della rivolta anti-Assad. Anche in Egitto i cristiani sono finiti sotto attacco, in particolare dopo la destituzione dell'ex presidente Mohamed Morsi, salito al potere nel 2012 dopo la vittoria elettorale dei Fratelli Musulmani. Dopo l'intervento delle forze armate che hanno arrestato Morsi, sono aumentati in modo esponenziale gli attacchi contro i cristiani, come confermato anche dalla commissione di esperti incaricata dal Consiglio nazionale per i diritti umani di fare il punto sulla situazione dei copti nel paese.

In un comunicato diffuso al termine della sua indagine, la commissione ha affermato che i membri della minoranza religiosa subiscono ancora molte violenze, soprattutto nei governatorati di Luxor, Sohag e Assuan. Il documento parla in particolare di rapimenti, incendi appiccati alle abitazioni dei copti, atti vandalici contro i loro negozi, ostacoli alla pratica dei loro riti religiosi.

Ma la situazione per i cristiani e' drammatica anche in altri Stati mediorientali come l'Iran e soprattuto in Iraq, dove oggi rappresentano solo l'1% della popolazione. Qui i cristiani sono finiti sotto attacco a Baghdad nel giorno di Natale. In tre differenti attacchi contro chiese sono rimaste uccise 37 persone.

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