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Papa: difendere lavoratori non e' essere comunisti ma cristiani coerenti

27 febbraio 2014 | 12.54
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Chi difende la giusta paga contro lo sfruttamento dei lavoratori non è un comunista, è un cristiano coerente. Papa Francesco lo spiega durante l'omelia della messa celebrata nella domus Santa Marta in Vaticano. Jorge Mario Bergoglio cita il passo di un brano dell'apostolo Giacomo, dove si parla di "alcuni incoerenti, che si vantavano di essere cristiani, ma sfruttavano i loro dipendenti".Il Papa ricorda l'espressione contenuta nelle Sacre Scritture. "Ecco: il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre e che voi non avete pagato, grida; e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore Onnipotente". Quindi, commenta: "E' forte il Signore! Se uno sente questo, può pensare: 'Ma questo lo ha detto un comunista...'. No, no, l'ha detto l'apostolo Giacomo! E' Parola del Signore! E' l'incoerenza e quando non c'e' la coerenza cristiana e si vive con questa incoerenza, si fa lo scandalo. E i cristiani che non sono coerenti fanno scandalo".La coerenza è necessaria anche nell'opera di evangelizzazione e nel confronto con i non credenti. "Se ti trovi davanti un ateo che ti dice che non crede in Dio - osserva Francesco - tu puoi leggergli tutta una biblioteca, dove si dice che Dio esiste e anche provare che Dio esiste, ma lui non avrà fede. Ma se davanti a questo ateo tu dai testimonianza di coerenza di vita cristiana, qualcosa incomincerà a lavorare nel suo cuore. Sarà proprio la testimonianza tua che a lui porterà quella inquietudine su cui lavora lo Spirito Santo. La grazia che tutti noi e tutta la Chiesa deve chiedere è che siamo coerenti".

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