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Papa Francesco al Cairo: "Meglio non credenti che ipocriti"

29 aprile 2017 | 10.43
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Quante volte l'uomo si auto-paralizza, rifiutando di superare la propria idea di Dio, di un dio creato a immagine e somiglianza dell’uomo! Quante volte si dispera, rifiutando di credere che l’onnipotenza di Dio non è onnipotenza di forza, di autorità, ma è soltanto onnipotenza di amore, di perdono e di vita!". Così Papa Francesco nell'omelia della messa all'Air Defense Stadium al Cairo davanti a circa 30.000 persone riferendosi al passo evangelico, nella III Domenica di Pasqua, che parla dell’itinerario dei due discepoli di Emmaus che lasciarono Gerusalemme: "un Vangelo che si può riassumere in tre parole: morte, risurrezione e vita".

"I discepoli riconobbero Gesù 'nello spezzare il pane', nell’Eucaristia. Se noi non ci lasciamo spezzare il velo che offusca i nostri occhi, se non ci lasciamo spezzare l’indurimento del nostro cuore e dei nostri pregiudizi, non potremo mai riconoscere il volto di Dio", dice il Pontefice che ha esordito salutando in lingua araba: 'Al Salamò Alaikum' ('la pace sia con voi').

La fede vera, ha continuato Francesco, "è quella che ci rende più caritatevoli, più misericordiosi, più onesti e più umani; è quella che anima i cuori per portarli ad amare tutti gratuitamente, senza distinzione e senza preferenze; è quella che ci porta a vedere nell’altro non un nemico da sconfiggere, ma un fratello da amare, da servire e da aiutare; è quella che ci porta a diffondere, a difendere e a vivere la cultura dell’incontro, del dialogo, del rispetto e della fratellanza; ci porta al coraggio di perdonare chi ci offende, di dare una mano a chi è caduto; a vestire chi è nudo, a sfamare l’affamato, a visitare il carcerato, ad aiutare l’orfano, a dar da bere all’assetato, a soccorrere l’anziano e il bisognoso. La vera fede è quella che ci porta a proteggere i diritti degli altri, con la stessa forza e con lo stesso entusiasmo con cui difendiamo i nostri. In realtà, più si cresce nella fede e nella conoscenza, più si cresce nell’umiltà e nella consapevolezza di essere piccoli".

"Dio gradisce solo la fede professata con la vita, perché l’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità! Qualsiasi altro estremismo non viene da Dio e non piace a Lui! Ora - ha aggiunto - come i discepoli di Emmaus, tornate alla vostra Gerusalemme, cioè alla vostra vita quotidiana, alle vostre famiglie, al vostro lavoro e alla vostra cara patria pieni di gioia, di coraggio e di fede. Non abbiate paura di aprire il vostro cuore alla luce del Risorto e lasciate che Lui trasformi la vostra incertezza in forza positiva per voi e per gli altri. Non abbiate paura di amare tutti, amici e nemici, perché nell’amore vissuto sta la forza e il tesoro del credente!".

Meglio non credere che essere "un falso credente', un ipocrita". Questo il monito che Papa Francesco rivolge ai fedeli. "L’esperienza dei discepoli di Emmaus - ha detto il Pontefice - ci insegna che non serve riempire i luoghi di culto se i nostri cuori sono svuotati del timore di Dio e della Sua presenza; non serve pregare se la nostra preghiera rivolta a Dio non si trasforma in amore rivolto al fratello; non serve tanta religiosità se non è animata da tanta fede e da tanta carità; non serve curare l’apparenza, perché Dio guarda l’anima e il cuore e detesta l’ipocrisia. Per Dio è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!".

IL PATRIARCA DEI COPTI - "La sua presenza tra di noi ci rallegra e ci benedice. In nome della Chiesa cattolica in Egitto, e in nome di tutto il caro popolo egiziano, le presento l'immensa gratitudine e stima per aver accettato l'invito a visitare il nostro amato Paese". Lo ha affermato il patriarca di Alessandria dei Copti, Abramo Isacco Sidrak, rivolgendosi a Papa Francesco, nel secondo e ultimo giorno della visita del pontefice in Egitto.

"La sua visita e l'accoglienza da parte del popolo egiziano, in tutti i suoi componenti, alla sua cara persona, si riassumono nelle parole del motto che è stato scelto, ossia 'Il Papa della Pace, nell'Egitto della Pace'. È un messaggio al mondo che conferma la natura dell'Egitto, che ama la pace e che continuamente si sforza di affermarla nel Medio Oriente e nel mondo intero", ha proseguito il patriarca.

"L'Egitto, culla di religioni, è il paese ospitante dei profeti e il rifugio della sacra famiglia nella sua ricerca di sicurezza, e resterà, finché Dio vorrà, la terra della pace. È anche un messaggio al mondo che attesta che Sua Santità è una persona che porta la pace ovunque si reca e che le sue azioni, i suoi viaggi e le sue parole mirano a diffondere la pace sulla terra", ha aggiunto.

Papa Francesco lascia il Paese dopo una cerimonia di congedo alla presenza del presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, e un picchetto d'onore. In un telegramma ad al Sisi, Bergoglio esprime la sua gratitudine: "Lasciando l'Egitto vorrei esprimere la mia gratitudine a lei e a tutto l'amato popolo egiziano per la calorosa accoglienza e ospitalità. Assicurando le mie preghiere, invoco per la Nazione la benedizione divina per la pace e la gioia".

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