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Papa Francesco: "Famiglia fondamentale, ma la Chiesa non abbandona i divorziati"

07 febbraio 2014 | 16.17
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Papa Francesco:

Città del Vaticano, 7 feb. (Adnkronos/Ign) - La famiglia come 'cellula fondamentale della società' ma anche l'accoglienza a chi non sta più insieme e divorzia. Il monito è arrivato da papa Francesco nel corso dell'udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, ai vescovi polacchi in visita 'ad Limina'. Bergoglio, citando la 'Evagelii gaudium', ha focalizzato l'attenzione sulla "famiglia, cellula fondamentale della società, luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli". Un concetto di famiglia che, come ha detto preoccupato il Papa, si scontra con una realtà ben diversa: "oggi il matrimonio è spesso considerato una forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno. Purtroppo -è stata la considerazione di Francesco- questa visione influisce anche sulla mentalità dei cristiani, causando una facilita' nel ricorrere al divorzio o alla separazione di fatto".

Di fronte a questa situazione, dice il Papa, deve prevalere la cultura dell'accoglienza. Da qui il monito ai vescovi: "i Pastori sono chiamati a interrogarsi su come assistere coloro che vivono in questa situazione, affinché non si sentano esclusi dalla misericordia di Dio, dall'amore fraterno di altri cristiani e dalla sollecitudine della Chiesa per la loro salvezza; su come aiutarli a non abbandonare la fede e a far crescere i loro figli nella pienezza dell'esperienza cristiana".

D'altra parte, ha osservato ancora Bergoglio, "bisogna chiedersi come migliorare la preparazione dei giovani al matrimonio, in modo che possano scoprire sempre di più la bellezza di questa unione che, ben fondata sull'amore e sulla responsabilità, è in grado di superare le prove, le difficoltà, gli egoismi con il perdono reciproco, riparando cio' che rischia di rovinarsi e non cadendo nella trappola della mentalità dello scarto. Bisogna chiedersi -ha aggiunto- come aiutare le famiglie a vivere e apprezzare sia i momenti di gioia sia quelli di dolore".

Le corti favoriscono corruzione, vizi e crimini. E' piu' che mai necessario seguire la strada dell'umilta' e annunciare il Vangelo ricordando che essere cristiani non e' un privilegio. E' il monito lanciato da papa Francesco nell'omelia di Santa Marta. Bergoglio e' partito dal martirio di Giovanni Battista e ha sottolineato che, come lui, il vero discepolo di Cristo segue la via dell'umiltà senza impadronirsi della profezia. ''Quando c'e' la corte è possibile fare di tutto: la corruzione, i vizi, i crimini. Le corti - denuncia papa Francesco nell'omelia di cui da' conto la Radio Vaticana - favoriscono queste cose. Cosa ha fatto Giovanni? Prima di tutto annunzio' il Signore. Annunzio' che era vicino il Salvatore, il Signore, che era vicino il Regno di Dio. E lo aveva fatto con forza. E battezzava. Esortava tutti a convertirsi. Era un uomo forte. E annunziava Gesu' Cristo''. ''La prima cosa che ha fatto Giovanni, grande, e' annunziare Gesu' Cristo'', ha ricordato il Pontefice che ha osservato che nel farlo "non s'impadroni' della sua autorita' morale.'' Il Papa ha ricordato che gli era stata data ''la possibilita' di dire 'Io sono il Messia', perche' aveva tanta autorita' morale'', ''tutta la gente andava da lui''. E il Vangelo narra che Giovanni a tutti diceva di convertirsi. E i farisei, i dottori vedevano questa sua forza: ''Era un uomo retto''. Gli chiedono dunque se fosse lui il Messia. E, in quel ''momento della tentazione, della vanita''' poteva fare una ''faccia da immaginetta'' e dire: ''Ma, non so...'' con una ''falsa umiltà''. Invece e' stato chiaro: ''No! Io non lo sono! Dietro di me viene uno che e' piu' forte di me, cui io non sono degno di piegarmi per sciogliere i legacci dei suoi calzari''.

Infine l'invito alla carità. C'è un grande bisogno di 'fantasia di carita'' e di metterla "sempre" in pratica. Il Papa, esortando i presuli alla sollecitudine nei confronti dei poveri, non ha potuto fare a meno di ricordare che "anche in Polonia, nonostante l'attuale sviluppo economico del Paese, ci sono tanti bisognosi, disoccupati, senzatetto, malati, abbandonati, come pure tante famiglie -soprattutto quelle numerose- senza sufficienti mezzi per vivere e per educare i figli. Siate loro vicini".

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