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Papa Francesco: "Il benessere rende le persone insensibili alle esigenze altrui"

19 ottobre 2016 | 10.37
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Papa Francesco durante l'udienza generale in piazza San Pietro (Afp) - AFP
Papa Francesco durante l'udienza generale in piazza San Pietro (Afp) - AFP

Nuova denuncia di Papa Francesco contro le conseguenze portate dal 'benessere' e dai modelli effimeri che distolgono l'attenzione dai bisogni urgenti di chi soffre. "Una delle conseguenze del cosiddetto 'benessere' è quella di condurre le persone a chiudersi in se stesse - denuncia Beergoglio nel corso dell'udienza generale in piazza San Pietro - rendendole insensibili alle esigenze degli altri. Si fa di tutto per illuderle presentando modelli di vita effimeri, che scompaiono dopo qualche anno, come se la nostra vita fosse una moda da seguire e da cambiare ad ogni stagione. Non è così".

"L'esperienza della fame - osserva il Papa - è dura. Ne sa qualcosa chi ha vissuto periodi di guerra o di carestia. Eppure questa esperienza si ripete ogni giorno e convive accanto all'abbondanza e allo spreco". Il Pontefice, continuando la catechesi sulla misericordia, incentra la Sua meditazione sul tema: 'Dar da mangiare agli affamati. Ce ne sono tanti oggi - aggiunge a braccio - Dar da bere agli assetati'".

Bergoglio riflette su quanti soffrono "la mancanza di cibo e di acqua, con gravi conseguenze specialmente per i bambini". "Di fronte a certe notizie e specialmente a certe immagini, l'opinione pubblica si sente toccata e partono di volta in volta campagne di aiuto per stimolare la solidarietà - prosegue il Papa - Le donazioni si fanno generose e in questo modo si può contribuire ad alleviare la sofferenza di tanti. Questa forma di carità è importante, ma forse non ci coinvolge direttamente. Invece quando, andando per la strada, incrociamo una persona in necessità, oppure un povero viene a bussare alla porta di casa nostra, è molto diverso, perché non sono più davanti a un'immagine, ma veniamo coinvolti in prima persona".

Il Pontefice, nel corso dell'Udienza generale, invita a non fuggire davanti ai poveri: "La povertà in astratto non ci interpella, ma ci fa lamentare ma quando tu vedi la povertà nella carne di un uomo o di un bambino ci interpella. L'abitudine di fuggire o truccare un po' la realtà dei bisognosi con le abitudini alla moda e così ci allontaniamo da questa realtà. In questi casi, qual è la mia reazione? Giro lo sguardo altrove e passo oltre? Oppure mi fermo a parlare e mi interesso del suo stato? Vedo se posso accogliere in qualche modo quella persona o cerco di liberarmene al più presto? Ma forse essa chiede solo il necessario: qualcosa da mangiare e da bere. Pensiamo un momento: quante volte recitiamo il 'Padre nostro', eppure non facciamo veramente attenzione a quelle parole: 'Dacci oggi il nostro pane quotidiano'".

Francesco ricorda le parole del predecessore nella 'Caritas in veritate': "Papa Benedetto XVI, nell'Enciclica afferma: 'Dar da mangiare agli affamati è un imperativo etico per la Chiesa universale. Il diritto all'alimentazione, così come quello all'acqua, rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti. È necessario pertanto che maturi una coscienza solidale che conservi l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni'".

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