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Papa: "Più si ricerca il potere più la pace è minacciata"

05 novembre 2022 | 08.04
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Bergoglio celebra messa allo stadio del Bahrein: "Disinnescare la catena del male, rimanere nell’amore anche davanti al nemico, disarmare la violenza"

(Afp)
(Afp)

"Spesso vediamo che, più si ricerca il potere, più la pace è minacciata. Invece, il profeta dà un annuncio di straordinaria novità: il Messia che viene è sì potente, ma non al modo di un condottiero che muove guerra e domina sugli altri, ma in quanto «Principe della pace» come Colui che riconcilia gli uomini con Dio e tra di loro". Lo ha sottolineato il Papa nel corso della messa nello stadio del Bahrein alla presenza di oltre 28 mila partecipanti.

"La grandezza del suo potere - ha spiegato - non si serve della forza della violenza, ma della debolezza dell’amore. Ecco il potere di Cristo: l’amore. E anche a noi Egli conferisce lo stesso potere, il potere di amare, di amare nel suo nome, di amare come ha amato Lui. Come? In modo incondizionato: non soltanto quando le cose vanno bene e ci sentiamo di amare, ma sempre; non soltanto nei riguardi dei nostri amici e vicini, ma di tutti, anche dei nemici. Amare sempre e amare tutti: riflettiamo un po’ su questo".

"Dice Gesù – esistono conflitti, oppressioni e inimicizie. Di fronte a tutto ciò la domanda importante da porsi è: che cosa fare quando ci troviamo a vivere situazioni del genere? La proposta di Gesù è sorprendente, ardita, audace. Egli chiede ai suoi il coraggio di rischiare in qualcosa che sembra apparentemente perdente. Chiede di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male e al nemico" ammonisce il Papa.

"La semplice reazione umana ci inchioda all’«occhio per occhio, dente per dente», ma ciò significa farsi giustizia con le stesse armi del male ricevuto. Gesù osa proporci qualcosa di nuovo, di diverso, di impensabile, di suo. Ecco che cosa ci domanda il Signore: non di sognare ironicamente un mondo animato dalla fraternità, ma di impegnarci a partire da noi stessi, cominciando a vivere concretamente e coraggiosamente la fraternità universale, perseverando nel bene anche quando riceviamo il male, spezzando la spirale della vendetta, disarmando la violenza, smilitarizzando il cuore".

"Attenzione però - mette in guardia Francesco - lo sguardo di Gesù è concreto; non dice che sarà facile e non propone un amore sentimentale e romantico, come se nelle nostre relazioni umane non esistessero momenti di conflitto e tra i popoli non vi fossero motivi di ostilità. Gesù non è irenico, ma realista: parla esplicitamente di «malvagi» e di «nemici». Sa che all’interno dei nostri rapporti avviene una quotidiana lotta tra amore e odio; e che anche dentro di noi, ogni giorno, si verifica uno scontro tra la luce e le tenebre, tra tanti propositi e desideri di bene e quella fragilità peccaminosa che spesso prende il sopravvento e ci trascina nelle opere del male. Sa pure che sperimentiamo come, nonostante tanti sforzi generosi, non sempre riceviamo il bene che ci aspettiamo e, anzi, talvolta incomprensibilmente subiamo del male".

Il Papa, nel corso dell’omelia allo Stadio nazionale del Bahrein, denuncia "in tante parti del mondo, esercizi del potere che si nutrono di sopraffazione e violenza, che cercano di aumentare il proprio spazio restringendo quello degli altri, imponendo il proprio dominio e limitando le libertà fondamentali, opprimendo i deboli".

"Ci saranno frizioni, momenti di tensione, conflitti, diversità di vedute, ma chi segue il Principe della pace deve tendere sempre alla pace. E non si può ristabilire la pace - avverte Bergoglio - se a una parola cattiva si risponde con una parola ancora più cattiva, se a uno schiaffo ne segue un altro: no, serve "disinnescare", spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso. Serve restare nell’amore, sempre: è la via di Gesù per dare gloria al Dio del cielo e costruire la pace in terra. Amare sempre". "Ma che cosa succede - chiede Francesco - se chi è lontano si avvicina a noi, se chi è straniero, diverso o di altro credo diventa nostro vicino di casa? Proprio questa terra è un’immagine viva di convivialità delle diversità, del nostro mondo sempre più segnato dalla permanente migrazione dei popoli e dal pluralismo di idee, usi e tradizioni. E importante, allora, accogliere questa provocazione di Gesù: «se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?». La vera sfida, per essere figli del Padre e costruire un mondo di fratelli, è imparare ad amare tutti, anche il nemico".

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