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Parigi, il racconto di un italiano: "Ero un ostaggio, sono scappato tra i cadaveri" /Ascolta

20 novembre 2015 | 13.02
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 AFP PHOTO / MIGUEL MEDINA - AFP
AFP PHOTO / MIGUEL MEDINA - AFP

"Mi ha trascinato per un braccio, ma non riusciva a tenere il peso di due persone con il mitra e l'esplosivo sullo stomaco, quindi ho approfittato per divincolarmi e scappare". E' l'incredibile testimonianza di Vincenzo Capuana, funzionario di banca perugino sopravvissuto alla strage del Bataclan la sera del 13 novembre.

Raggiunto al telefono dal programma Rai 'Trapocoinedicola' del 19 novembre, con voce tremolante Capuana ha raccontato la sua esperienza all'interno del teatro parigino, che per 10 interminabili minuti si è trasformato in un inferno: "Il primo colpo si è sentito lontano perché hanno cominciato a uccidere le persone all'ingresso. Poi hanno iniziato a sparare verso il bar e la gente si è sdraiata al suolo. Inizialmente pensavamo si trattasse di petardi scenografici - ha aggiunto Capuana - ma quando ci siamo resi conto che le pallottole erano reali è iniziato il panico".

La porta principale bloccata, la loggia dominata da due uomini armati, solo due uscite secondarie libere: "Quando è arrivata la polizia hanno iniziato a fare ostaggi. Hanno preso la persona davanti a me e poi mi hanno trascinato per un braccio. Non poteva gestire due persone nello stesso tempo con il mitra e le bombe sullo stomaco - racconta l'uomo - perciò ne ho approfittato per scappare. E' stato un momento di incoscienza, perché avrebbero potuto spararmi sulla schiena". Poi la discesa lungo le scale per raggiungere l'uscita: "Mi sono diretto verso il bar camminando su morti e tracce di sangue. Alcuni si sono calati dalle finestre perché la loggia non ha scale per uscire, altre 50 persone sono salite sul tetto".

Difficilmente Vincenzo dimenticherà la sera del 13 novembre: "Ora sto bene, ma le immagini non spariranno dalla mia mente. Gli schizzi di sangue e i cadaveri su cui ho camminato sono ricordi impressionanti". La sua testimonianza è stata preceduta dall'agghiacciante estratto audio degli spari all'interno del teatro.

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Non era al concerto degli Eagles of Death Metal, ma Stefano Dorigo, studente universitario triestino, ha vissuto con trepidazione gli attimi della strage, avvenuta a pochi passi dal suo ristorante, 'Borgo delle tovaglie': "All'inizio abbiamo visto i lampeggianti in strada e non ci abbiamo fatto molto caso. Poi sono arrivate le notizie dallo Stade de France e dal Bataclan. Col passare delle ore i morti aumentavano" - ha continuato Stefano - "e abbiamo deciso di chiudere il locale con i clienti dentro".

In tarda notte, il ragazzo è uscito in strada per verificare la situazione, e ha trovato uno scenario apocalittico: "Sono arrivati gli autobus messi a disposizione dai trasporti parigini per consentire alla polizia di caricare i feriti e i cadaveri. Non sono riuscito a parlare con nessuno perché erano inavvicinabili, si vedevano solo i superstiti avvolti dal telo bianco. Siamo in un quartiere Bourgois-Bohémienne" - ha spiegato Stefano - "come si dice in Francia. Colpendo qui hanno colpito un quartiere simbolo del progressismo".

Nonostante la paura, Stefano non ha alcuna intenzione di tornare in Italia: "Voglio rimanere a Parigi. Purtroppo in guerra i primi a pagare sono gli innocenti, e a nostro malgrado ci siamo ritrovati in una guerra complessa e difficile, che ti fa pensare a nulla di buono per il futuro ".

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