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Parlano Ermini, Lotti e Palamara

15 giugno 2019 | 11.09
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Il deputato dem e il caos procure: "Non ho commesso alcun reato, pressione o forzatura". Il vicepresidente Csm: "Mai partecipato a incontri". L'ex presidente Anm: "Mai ordito piano su Consip"

(FOTOGRAMMA)
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Sul caos procure, dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni, intervengono Luca Lotti, David Ermini e l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara. "I principali quotidiani pubblicano intercettazioni senza che nessuno si chieda se sia lecito oppure no" afferma in una nota il deputato dem che si è autosospeso dal Pd. "Alcuni giornali poi - utilizzando una frase di Palamara, non mia - provano a raccontare un mio interessamento sulla vicenda Consip: come si capisce bene leggendo, niente di tutto questo è vero. Ancora una volta la verità viene presentata in altro modo e si conferma quanto ho già detto due giorni fa".

"Peraltro, alcune frasi che mi vengono attribuite non sono assolutamente riferite al vicepresidente del Csm David Ermini. Su questo, come su altro, in tanti saranno chiamati a risponderne nelle sedi opportune. Infine, appaiono totalmente fuorvianti alcune frasi e ricostruzioni legate al presidente della Repubblica", rimarca il parlamentare.

"Come è oggettivamente evidente dalle stesse intercettazioni, io non ho commesso alcun reato, pressione o forzatura. Per il resto, ieri mi sono autosospeso dal Pd in attesa che la situazione si chiarisca. Non c'è altro da aggiungere - conclude Lotti -, se non che una verità sarà sempre più forte di mille bugie".

ERMINI - E interviene anche il vicepresidente del Csm, David Ermini: "Smentisco in modo fermo di aver partecipato ad incontri con Palamara, Ferri e Lotti riguardanti le nomine di alcuni procuratori" precisa in una nota. "Dal giorno della mia elezione - sottolinea - il mio unico e costante punto di riferimento è sempre stato il Presidente della Repubblica".

''L'incontro di cui si parla in un articolo, dal titolo fuorviante, pubblicato oggi su 'La Verità', si riferisce all'ottobre 2018, al periodo della mia elezione a vicepresidente del Csm - ricorda Ermini - quando ho avuto contatti con tutte le componenti della magistratura, compresi Ferri e Palamara, rappresentanti di Magistratura Indipendente e di Unicost, che, non è certo un mistero, hanno appoggiato la mia candidatura''.

''Ribadisco, non ho partecipato a vertici con quelle persone per parlare di nomine. Del resto, i toni e le espressioni che costoro usano nei miei confronti nelle intercettazioni sono la prova che mi consideravano un ostacolo per il raggiungimento dei loro piani'' sottolinea ancora il vicepresidente del Csm. ''Accostare la mia persona a queste trame è un fatto di gravità inaudita - denuncia -. Provvederò pertanto a tutelare la mia onorabilità nelle opportune sedi giudiziarie sia civili che penali".

PALAMARA - "Oramai mi viene attribuito di tutto. Apprendo dalla lettura dei giornali che, addirittura, avrei ordito un piano per chiudere il caso Consip" afferma poi in una nota l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati e pm a Roma, Luca Palamara, indagato per corruzione. 

"Troppo facile constatare che, al momento della conversazione, il caso Consip era già stato definito con richiesta di rinvio a giudizio e fissazione di udienza preliminare. Nulla quindi avrei potuto fare con qualunque procuratore fosse stato nominato, anche si fosse trattato di persona a me vicina. Il mio discorso era chiaramente ipotetico e riferito al passato tanto è vero che riguarda il commento di fatti e vicende già ampiamente valutati dalla Procura di Roma", conclude Palamara, assistito dagli avvocati Benedetto e Mariano Marzocchi Buratti e Michele Di Lembo.

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