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L. stabilità: patronati in piazza contro il taglio da 150 milioni

17 novembre 2014 | 12.06
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Piccinini: "Il governo deve sapere che senza di noi la pubblica amministrazione spenderebbe molto di più". (VIDEO) (AUDIO)

L. stabilità: patronati in piazza contro il taglio da 150 milioni

Un taglio da 150 milioni al fondo destinato ai patronati corrispondenti all'abbassamento del 35 per cento dell'aliquota previdenziale che lo alimenta. E' questo il provvedimento contenuto nella legge di stabilità e contestato dai patronati, scesi sabato scorso in piazza in tutta Italia per sensibilizzare l'opinione pubblica sugli effetti della norma in discussione in Parlamento. Una manifestazione che ha portato a protestare migliaia di persone e a firmare l'appello anche l'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero. (VIDEO) (AUDIO)

Per il segretario della Cgil, Susanna Camusso, presente al gazebo in piazza San Babila a Milano promosso da Acli, Inas, Inca e Ital, si tratterebbe di un "accanimento, in particolare nei confronti delle persone più deboli". "Chi è davvero in difficoltà avrebbe bisogno di poter interloquire con la pubblica amministrazione ma gli si mettono moltissimi ostacoli; forse -ha aggiunto il segretario della Cgil - c'è davvero la non conoscenza di quanto sia dura la vita in questo Paese".

Morena Piccinini, presidente di Inca, ha parlato di un "pericolo per i cittadini, che con un taglio al fondo dei patronati rischiano di essere privati della tutela e dei loro diritti e buttati in bocca a un mercato selvaggio e non regolato". "Il governo - ha proseguito Piccinini - deve sapere che senza di noi la pubblica amministrazione spenderebbe molto di più, perché dovrebbe aggiungere altri funzionari e sedi dell'Inps, investire nelle questure per tutte le pratiche che facciamo sull'immigrazione, o nella tutela dei cittadini italiani all'estero. Per questo motivo -ha concluso la presidente di Inca - noi chiediamo che il fondo per i patronati venga ripristinato nella sua interezza, per il riconoscimento del servizio pubblico che noi svolgiamo".

L'appello dei patronati per la soppressione del taglio del fondo a loro destinato ha nel frattempo raccolto in Italia e all'estero 400mila adesioni di privati cittadini, a cui si aggiunge la lettera indirizzata al primo ministro Matteo Renzi da pare di duecento parlamentari del Pd. "La discussione ha inoltre coinvolto tutti i gruppi parlamentari alla Camera", ha ricordato Piccinini, "risultando in un emendamento soppressivo del taglio firmato da 150 parlamentari".

I patronati, che ogni anno gestiscono dieci milioni di pratiche riguardanti 150 diverse tipologie di prestazioni, ricevono annualmente dal ministero del Lavoro un fondo che copre il 30 per cento del lavoro svolto, corrispondente a 0,2 punti percentuali sul totale dei contributi versati da circa 21 milioni di contribuenti.

I patronati denunciano che l'abbassamento dell'aliquota allo 0,1 per cento, unita al taglio da 150 milioni, metterebbero non solo a repentaglio la continuità del servizio e le migliaia di dipendenti che lavorano presso le 29 sigle accreditate dal ministero del Lavoro, ma, ha ribadito Mauro Paris, coordinatore regionale Lombardia di Inca, "costringerebbero le persone a rivolgersi a qualcun altro. C'è il rischio che si apra un mercato di questa tutela non completamente legale, lasciando le persone più deboli a sè stesse senza la possibilità di ricevere assistenza gratuita e legale".

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