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Patroni Griffi (Bppb): 'Aggregazioni al sud? Meglio le partnership'

07 ottobre 2019 | 12.04
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Intervista al presidente della Popolare di Puglia e Basilicata, 'deve tornare la fiducia'

Leonardo Patroni Griffi
Leonardo Patroni Griffi

Aggregazioni tra banche al Sud? Per ora, meglio le partnership o le collaborazioni consortili tra gli istituti. Per Leonardo Patroni Griffi, presidente di Banca Popolare di Puglia e Basilicata, mille dipendenti e un attivo di 4 miliardi, non ci sono preclusioni a eventuali fusioni tra istituti del Sud Italia, ma queste devono essere "ben ponderate".

In banca, spiega in un'intervista all'Adnkronos , "le valutiamo da sempre, ma devono dare vantaggi agli azionisti e al momento non ci sono ipotesi allo studio". Patroni Griffi comprende il pressing di Governo, authority e quello, più recente, di Fabio Panetta, direttore generale della Banca d'Italia. Sul piatto ci sono anche 500 milioni di benefici fiscali introdotti dal Decreto Crescita per le aggregazioni al Sud, che scadono tra poco più di un anno.

"In astratto il monito è sensato, razionale, perché - sottolinea - è legato ai mutamenti dei modelli di business che stanno avvenendo ovunque, ma le banche popolari hanno già promosso delle iniziative, come quella della Luzzatti, per mettere in comune sotto forma di network un po' di attività: a prescindere da un'aggregazione tradizionale, c'è sempre la via di forme consortili".

Frutto dell'iniziativa di 17 popolari, tra cui Bppb, la Banca Popolare Pugliese e la Banca Valsabbina, Luzzatti Spa è un veicolo societario che serve ad aumentare le sinergie tra gli istituti, in particolare nella gestione dei crediti deteriorati. A una trasformazione in Spa - a cui furono costrette le banche popolari con attivi sopra gli otto miliardi - Bppb non pensa.

"Il tema della trasformazione in spa - osserva Patroni Griffi - è mal posto: non è la forma giuridica che determina il successo o la possibilità di finanziarsi sul mercato. La verità è che nel momento in cui le banche hanno difficoltà ad andare sul mercato dei capitali, la forma giuridica ha poco peso". Di investitori ce ne sono pochi, al momento, soprattutto per le società del Sud.

"In questo momento - dice - il mercato è leggermente ingessato per vari motivi, dalla questione delle banche al clima nel Paese, che non ha aiutato". La Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha 39mila azionisti, alcuni dei quali in difficoltà perché in possesso di titoli illiquidi della banca che non hanno una compravendita, una situazione molto simile a quella della Banca Popolare di Bari.

"Il mercato delle azioni è fermo, e anche al di là del ritorno sul capitale, c'è timore a investire nel comparto bancario". Fortunatamente, tra la base di soci, "c'è un possesso medio abbastanza piccolo e non ci sono tante situazioni di emergenza". La situazione potrebbe cambiare, afferma il presidente, "tornando a fare utili, dando una rendita sufficiente al rischio che ci si assume".

La banca "ha fatto un buon lavoro negli ultimi anni, i numeri della semestrale ci rendono ottimisti sul resto dell'esercizio". Secondo Patroni Griffi, è un momento di grande trasformazione. "In Puglia - è il suo parere - bisogna spingere su un modello di banca di vicinanza, a maglie fitte, in un territorio ristretto, con un numero di sportelli più concentrati ma in regioni vicine, sui nostri territori di origine che ci hanno sempre premiato", razionalizzando le filiali lontane.

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