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Pd a Di Maio: "Taglio parlamentari non si discute, ma no ultimatum"

20 settembre 2019 | 13.53
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(Fotogramma)
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di Mara Montanari
"Intanto la lealtà del Pd non si misura sul taglio dei parlamentari. Abbiamo dato la nostra parola e si farà, non si discute. Ma l'accordo di governo prevede che il taglio sia accompagnato da un'intesa complessiva su legge elettorale e modifiche costituzionali. Ci stiamo lavorando, e bene, con il sottosegretario Fraccaro. E se serve un po' di tempo per definire l'intesa, si abbia pazienza...". Chi nel Pd sta seguendo da vicino il dossier riforme reagisce così, parlando con l'Adnkronos, alle parole di Luigi Di Maio.

Il capo politico M5S stamattina ha rilanciato sul taglio dei parlamentari, chiedendo che la legge sia approvata entro le prime due settimane di ottobre. "Lo dico a tutti: la fiducia si dimostra! E in questo caso alla prova dei voti in Parlamento -ha scritto Di Maio su Fb- e la prima prova di questo governo è il taglio dei parlamentari. Va fatto nelle prime due settimane di ottobre". Una tagliola sui tempi che dal Pd viene respinta.

Chi sta al tavolo con i 5 Stelle in questi giorni, riferisce di "un dialogo costruttivo" e di una "volontà positiva" da parte dei pentastellati di trovare un accordo complessivo sul capitolo riforme. Sia sugli 'aggiustamenti' costituzionali da fare a seguito del taglio dei parlamentari sia sulla legge elettorale per gli effetti distorsivi sulla rappresentanza dovuti alla riforma: nelle regioni più piccole si eleggerebbero uno o due senatori al massimo, tagliando completamente fuori le forze minori dal Parlamento.

Del resto, fanno notare fonti parlamentari dem, il 'pacchetto complessivo' sulle riforme è uno dei punti qualificanti dell'accordo di governo tra Pd e 5 Stelle. E come tale, si sottolinea, va rispettato. Quindi se occorrerà "un po' di tempo in più per chiudere, non sarà una tragedia spostare un po' più in là il voto sul taglio dei parlamentari. O i 5 Stelle temono che la legislatura stia scadendo?".

Il modello di legge elettorale su cui si sta ragionando "parte da due punti fermi: rappresentatività e stabilità". Quindi un sistema che garantisca l'accesso alle forze minori che verrebbero drasticamente ridimensionate dal combinato disposto taglio dei parlamentari-Rosatellum. Insomma, un proporzionale. Ma tenendo fermo il principio della stabilità con correttivi che evitino un'eccessiva frammentazione, come la soglia di sbarramento. Quanto alta è tema di discussione. "Fosse per me -diceva l'altro giorno in Transatlantico, Stefano Ceccanti del Pd- andrebbe benissimo una soglia al 4%. Però nella maggioranza non ci siamo solo noi e i 5 Stelle, ci sono anche forze minori come Leu e Italia Viva...".

Intanto lunedì ci sarà la Direzione del Pd e la segreteria, riunioni dalle quale potrebbe arrivare una indicazione da parte del dem sul tema legge elettorale. Finora il segretario Nicola Zingaretti non ha mai indicato un modello preciso. Poi mercoledì 25 ci sarà la capigruppo della Camera per il calendario dei prossimi tre mesi. E quella sarà la sede in cui si dovrà fissare l'approdo in aula del taglio dei parlamentari.

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