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Pd, Bonaccini: "Io leader? Devo pensare all'Emilia-Romagna"

18 maggio 2020 | 14.59
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"Io sto governando la Regione, ed è già impegnativo fare questo, il mio impegno è dedicato qui"

(Fotogramma)
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''Io non sono leader di nessuno, mi davano tutti per sconfitto a gennaio, poi ce la siamo cavata, anche meglio di come potevamo immaginare noi inguaribili ottimisti. Io sto governando l'Emilia-Romagna, ed è già impegnativo fare questo, il mio impegno è dedicato qui. Abbiamo un segretario, che è mio amico e a cui voglio molto bene, che si chiama Zingaretti e soprattutto io devo pensare all'Emilia-Romagna''. Lo ha detto il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, a 'L'aria che tira' su La7, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse lui il futuro del Pd.

''Se il Pd e il centrosinistra pensano con la vittoria dell'Emilia-Romagna di aver già vinto nel Paese prenderebbero un abbaglio clamoroso. Il consenso alla destra è ancora molto forte sia in Emilia-Romagna, ancor più nel resto del Paese. Ma si può trarre un insegnamento da quella esperienza: è meglio essere a favore di qualcosa che contro qualcuno'' ha aggiunto Bonaccini.

Liti con il governo venerdì e sabato? ''Io non litigo mai con nessuno, per il mio ruolo di presidente delle Regioni ho il dovere di provare a comporre le posizioni. Più che le parole andrebbero giudicati i fatti e i fatti dicono che abbiamo trovato un accordo prima tra Regioni e poi con il governo. Le Regioni hanno portato una posizione unica sui vari Protocolli da applicare nei diversi comparti economici che riapriranno, non mi pare cosa da poco in un Paese fatto di 20 Regioni e due province autonome così diverse''.

''Proviamo a rimettere al centro i fatti - ha sottolineato ancora - Siamo 20 Regioni e 2 province autonome, Bolzano può fare leggi, cosa che non possono fare altre Regioni. La Calabria ha fatto un'unica ordinanza che io stesso alla mia amica Santelli ho detto che era un errore. Ma il 95% delle ordinanze fatte in tre mesi dalle Regioni sono state giudicate dal governo conformi ai decreti. Vuol dire che alla fine ci siamo comportati in maniera corretta''.

Durante la videoconferenza in Regione sulla fase 2 il governatore ha spiegato: "Se va tutto bene, dal 3 giugno, riapre la mobilità fra Regioni, noi la consentiamo, da oggi, tra province o comuni limitrofi e confinanti, se si mettono d'accordo i sindaci o i presidenti di Province e i presidenti di Regione. Ho appena firmato con" il governatore del Veneto, "Luca Zaia, la richiesta delle province di Rovigo e di Ferrara, per permettere la mobilità tra i due territori, dobbiamo solo informare le prefetture competenti".

Nella lettera congiunta in cui Bonaccini e Zaia hanno informato i prefetti di Ferrara, Michele Campanaro, e di Rovigo, Maddalena De Luca, chiedendo la collaborazione delle forze di polizia, ricordano che la decisione è stata assunta in ragione della positiva evoluzione dello stato epidemiologico, e a fronte dell’esigenza manifestata da numerosi cittadini residenti nelle due province. Per questo tipo di spostamenti extra confini regionali, sarà comunque necessaria una autocertificazione, nella quale dovranno essere motivate le ragioni dell’attraversamento del confine regionale.

"Il virus non è stato sconfitto - ha avvertito Bonaccini - Se, nelle prossime settimane, rimbalzerà in avanti la curva dei contagi, in maniera rilevante, dovremo chiudere tutto ciò abbiamo aperto". "Bisogna utilizzare le mascherine, mettere in atto il distanziamento fisico, seguire le regole e lavare spesso le mani - ha ribadito - Per non vanificare i sacrifici fatti finora, occorre adottare comportamenti virtuosi e senso di responsabilità. Mi auguro possa andare tutto bene e che, oltre alle attività che riaprono oggi, anche altre possano farlo le prossime settimane".

"Ogni tanto leggo che sarei molto 'aperturista'. Non c'è Regione italiana che abbia avuto più restrizioni dell'Emilia-Romagna. Siamo stati i primi a chiudere bar e ristoranti e a impedire jogging" ha precisato il presidente della Regione Emilia-Romagna, sottolineando anche la chiusura del Comune di Medicina - diventata 'zona rossa' durante l'emergenza sanitaria, su iniziativa della Regione, per scongiurare un allargarsi fuori controllo dei contagi alla provincia del capoluogo e alla città di Bologna stessa - e le misure restrittive su Rimini e Piacenza. "Ogni tanto vedo che la memoria manca" ha concluso.

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