"Domenica andremo all'assemblea, su questo non vi è dubbio". Lo dice Michele Emiliano ai cronisti alla Camera che gli chiedono se andrà con Roberto Speranza e Enrico Rossi all'Assemblea Pd di domenica.
"Stiamo facendo di tutto per tenere unito il partito - ha continuato -, ma spetta al leader fare uno sforzo di unità". "Per ora i treni sono partiti in direzione opposte. Se le distanze restano siderali, bisognerà capire se continuare questo percorso dentro o fuori". "Se Orlando firmasse un documento con noi - aggiunge -, ne sarei felice".
A Renzi la scissione conviene ed è quello che sta facendo. Nel confermare la sua presenza all'assemblea nazionale di domenica, Emiliano spiega perché al segretario conviene sbarazzarsi dell'opposizione interna. "Vogliamo di impedire la trasformazione del Pd nel partito di Renzi - ha premesso il governatore della Puglia in Transatlantico alla Camera - un partito-personale che ha perso tutte le sue caratteristiche fondative e che ha creato una mutazione genetica incompatibile con la sua natura originaria".
"Se il clima che si è creato è quello della direzione - ha continuato - lì dentro non c'è rimasto più nulla. Oggi, addirittura, ancor prima di dimettersi e di aprire la procedura congressuale con le date e tutto il resto, Renzi ha già fissato l'assemblea del Lingotto, perché deve iniziare la sua campagna elettorale. Evidentemente a Renzi la scissione conviene ed è quello che sta facendo".
"La scissione non conviene al Paese ma se Renzi costruisce le ragioni per espellere una parte consistente del partito - ha concluso Emiliano - è evidente che la convivenza è impossibile. Noi domenica ci saremo e rispetteremo la convocazione dell'assemblea nazionale".
Se Matteo Renzi "non ha interesse all'unità del partito non si può escludere nessun'altra soluzione, dolorosa, ma a questo punto almeno chiara per tutti quelli che fanno riferimento alla nostra comunità", ha poi aggiunto il governatore della Puglia ai microfoni del Tg3.
