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Pd, Parisi: "Congresso? Più che utile, chiarimento necessario per tutti"

22 febbraio 2021 | 20.31
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"Non condivido nulla di Bettini ma sul congresso ha ragione"

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"Ha ragione Bettini. Serve un congresso". Lo dice Arturo Parisi all'Adnkronos quando gli viene chiesto se sia d'accordo con chi dice che è arrivato il momento di un congresso del Pd. Tra questi, Goffredo Bettini. Ma, puntualizza il Professore, "non condivido niente della analisi e della proposta che lo stratega Pd va svolgendo da mesi". E che vede nel ritorno al proporzionale un approdo che è "esattamente l’opposto a quella che nel solco dell’Ulivo ci portò prima alla fondazione del Pd". I dem possono anche "invertire la rotta e tornare sui propri passi là dove l'attuale gruppo dirigente si era formato" ma per farlo, osserva Parisi, serve appunto un congresso.

Anche lei, come molti, da Prodi a Bettini, pensa che per il Pd sia arrivato il momento di un nuovo congresso visto che, nonostante l'ultimo si sia svolto solo due anni fa, è cambiato il mondo? "In un partito che dalla sua nascita in poco più di 13 anni ha cambiato il conducente 9 volte mi verrebbe da dire alla romana, non alla Grillo, aridaje?! Un congresso? Di nuovo?".

Invece? "A ripensarci mi vado invece convincendo che Bettini ha ragione. Anche se non condivido niente della analisi e della proposta che lo stratega Pd va svolgendo da mesi sui giornali nel silenzio-assenso della Segreteria e a nome di una Direzione, descritta come unanime, penso anche io che il partito abbia bisogno di un chiarimento stabile. Quando denuncia l’esistenza di 'uno strisciante dissenso che porta a un logorio continuo' ed auspica perciò che questo si espliciti, Bettini ha assolutamente ragione".

"Solo un Congresso, da fare, 'al più presto' può 'stappare questa bottiglia troppo compressa' che 'ha creato e sta creando non poche difficoltà'. Quale momento migliore della tregua assicurata dal Governo Draghi per chiedere alla base il rinnovo di un mandato rafforzato per portare il partito verso la meta, verso la linea lungo la quale si è da tempo incamminato con determinazione".

A quale linea fa riferimento? "Appunto a quella che Bettini va scandendo da tempo senza giri di frase. Definitiva ricomposizione della frattura con la diaspora di Art.1 di D’Alema e Bersani. Recupero, grazie al ritorno al proporzionale, della identità e del rapporto privilegiato con la base tradizionale. Alleanza strutturale, organica, e generale coi 5S sotto la leadership di Conte in nome della esperienza fortissima realizzata nella seconda fase della sua permanenza a Palazzo Chigi".

Ma, oltre alla necessità di un chiarimento, non è che condivide con Bettini anche la linea? "Si figuri. Una linea esattamente all’opposto del cammino che all’inizio degli anni ‘90 intraprendemmo in nome della democrazia governante contro la legge proporzionale. Quella legge la cui completa restaurazione Bettini, Zingaretti e Conte, dal loro punto di vista, considerano giustamente il primo obiettivo e la precondizione della linea attuale e futura. Una linea esattamente all’opposto a quella che nel solco dell’Ulivo ci portò prima alla fondazione del Pd e poi alla prima segreteria di Veltroni".

Si tratterebbe dunque di un cambiamento profondo. "Troppo profondo. È vero i partiti cambiano rinnegando talvolta le proprie origini. Pensi anche solo alla Lega prima secessionista dal Sud all’inseguimento dell’Europa, poi secessionista dall’Europa alla conquista del Sud. Alla vicenda di Fratelli d’Italia. Alla mutazione in corso tra i 5S".

"Anche il Pd può invertire la direzione di marcia ritornando sui propri passi là dove l’attuale gruppo dirigente si era formato. Ma, anche se a questo punto sarebbe la sanzione di un fatto in gran parte purtroppo compiuto, deve avvenire alla luce del sole con una scelta che può consentire soltanto un Congresso. Ben venga quindi la sfida di Bettini e di Zingaretti. Più che utile, è un chiarimento necessario per tutti".

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