''Rispetto'' Pierluigi Bersani, ''ma non abbiamo mai trovato un canone di feeeling personale. I suoi suggerimenti su tante questioni sono preziosi. Ma la sua battaglia su dettagli della legge elettorale è incomprensibile''. Lo sottolinea Matteo Renzi a L'Espresso. ''Nel Pd -spiega- c’è chi ha combattuto una vita per il doppio turno senza ottenerlo, noi ci siamo riusciti. Il premio alla lista vuol dire vocazione maggioritaria. Le preferenze? Ci sono, per di più di genere''.
''Se mi avessero detto all’inizio che facevamo una legge elettorale così -dice- non ci avrei creduto neppure io! Perciò questo continuo rilancio non lo capisco più. Me lo spiego solo con la necessità di tenere il punto. Ma lo facciano sulla povertà, sul lavoro, sul modello educativo del Paese, sulla Rai, non per togliere i candidati di collegio e tornare alle liste bloccate!''. Il premier assicura: ''Stiamo facendo una riforma storica sul bicameralismo e una legge elettorale con il ballottaggio e con il premio di lista che cambierà il sistema. E su questo punto spero che si apra una seria discussione nel Pd''.
(Adnkronos) - ''Se passa il premio alla lista -avverte- serve una riforma del partito. Se questo può aiutare la discussione interna, sono pronto a discutere di albo degli elettori e a eliminare le primarie per eleggere i segretari regionali. Ritornare a un partito in cui essere iscritti, avere la tessera del Pd in tasca, significhi contare nelle scelte. Un partito che punta al premio di lista -spiega- deve essere meno leggero di quanto io immaginassi in origine''.
''Se nel Pd si vuole discutere di questo -assicura- sono pronto. Anche se so che una parte dice di no a tutto per principio. Faccio le riunioni? Troppo poco. Non faccio le riunioni? Vuol dire che decido da solo. Mi sembra il modello 'Cara ti amo' di Elio e le Storie Tese: se resto in casa mi opprimi, se esco dici che questa casa non è un albergo...''.