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Pd, Renzi chiama Emiliano ma l'unità resta appesa a un filo

17 febbraio 2017 | 19.42
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(Fotogramma)
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Tutte le forze sono in campo. Tutti lavorano a una mediazione. Nessuno toglie la parola scissione dal tavolo. A 48 ore dall'Assemblea del Pd, si continua a cercare la via della ricomposizione con i mediatori che sembrano aver dato fondo alla loro riserva di cartucce. Dario Franceschini è uscito allo scoperto: primarie il 7 maggio, confronto programmatico in mezzo al congresso e chiarezza sul fatto che "l'ipotesi di votare a giugno non c'è più".

Piero Fassino ha scritto a Pier Luigi Bersani: "Nulla è inevitabile". Lo stesso Matteo Renzi ha rivolto il suo appello alla minoranza: "Evitiamo la scissione, ma no ai ricatti". Nonostante questo, non si vedono schiarite all'orizzonte dem. Tra i bersaniani, le parole di Renzi di oggi non sembrano aver fatto breccia: "Nell'intervista non ha nemmeno indicato una data". Ad un clima già teso di per sé non ha poi giovato il caso Delrio: 'pizzicato' in un fuorionda ad un convegno a lamentarsi del fatto che Renzi "non ha fatto nemmeno una telefonata" per scongiurare la scissione.

Si sparge, subito, la voce di un Renzi furioso con il ministro dei Trasporti. In mattinata, Delrio spiega: "Renzi ha fatto tutto quello che era possibile. Ora la responsabilità è dall'altra parte". In realtà, il leader dem e l'ex sindaco di Reggio Emilia si erano sentiti a lungo ieri sera, insieme avevano ragionato su come chiarire che la scissione sarebbe una iattura e da lì era nato l'appello pubblicato oggi da Renzi sul 'Corriere della sera'.

Eppure, nonostante tutto questo, una piccola breccia nel muro contro muro di queste ore si è aperta. In mattinata, a palazzo Chigi, un gruppo di ministri si è fermato dopo il Cdm a parlare a lungo della situazione interna: Dario Franceschini, Graziano Delrio, Roberta Pinotti, Maurizio Martina, Andrea Orlando, Marco Minniti, Luca Lotti, Claudio De Vincenti.

Qualche partecipante racconta che, pur con valutazioni differenti, la conclusione è stata unica: "La scissione va evitata". Il premier Paolo Gentiloni ha fatto capolino per un attimo, ma certo la vicenda non lo lascia indifferente: domenica parteciperà all'Assemblea. Ma soprattutto è stato Renzi a smuovere le acque con una telefonata a Michele Emiliano. "Spero che il nostro confronto sia utile alle sue prossime decisioni", scrive su Facebook il governatore pugliese.

Del colloquio trapela poco, l'apprezzamento per l'apertura di un canale di comunicazione, certo. Emiliano, come spiegano fonti della minoranza, ha ribadito a Renzi la richiesta di avere un tempo più lungo per il Congresso. Dal leader dem non sarebbero arrivati impegni in questo senso. Domani, comunque, la minoranza si ritroverà unita a Roma per battere un colpo in chiave alternativa a Renzi. Sul palco Emiliano, Speranza e Rossi. In platea, tra gli altri, Massimo D'Alema. E Renzi? Dopo una giornata di lavoro a Roma, in serata ha fatto capolino a Firenze, andando via in bicicletta da palazzo Vecchio lasciandosi sfuggire solo un "bene, bene".

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