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Pd: tra giovani il pronipote di Amendola, in campo per politica migliore

08 dicembre 2014 | 17.50
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Nella foto Tommaso, il pronipote di Giorgio Amendola
Nella foto Tommaso, il pronipote di Giorgio Amendola

In campo con il Pd con coraggio e per dimostrare che è possibile fare politica in maniera migliore rispetto a quello che appare leggendo le cronache degli ultimi giorni riguardanti le inchieste su Roma, "a dimostrazione che non tutti i giovani sono rassegnati e disinteressati ma che c'è ancora una politica che non ha nulla a che fare con quella che oggi chiamano 'terra di mezzo'". Tommaso, vent'anni, è il pronipote di Giorgio Amendola ed era tra i numerosi giovani Dem che in questi due giorni si sono riuniti a Roma e ai quali oggi ha portato il suo saluto il presidente del Consiglio e segretario del partito Matteo Renzi.

Ad Amendola sarebbe piaciuto Renzi? "Questo non lo so dire -risponde Tommaso- So che forse questa classe dirigente non gli sarebbe piaciuta. Non gli sarebbe piaciuta la distanza abissale che si è creata tra società civile e classe politica e che oggi i giovani democratici hanno provato a colmare facendo sedere allo stesso tavolo personalità istituzionali e società civile. Amendola - prosegue- ha vissuto una generazione carica di valori, una vita strettamente a contatto con i suoi sostenitori, dalle campagne alle fabbriche. La sua era una generazione che portava avanti i valori anche a costo della propria vita. E sicuramente non gli sarebbe piaciuto quello che sta accadendo a Roma. In fondo mi ha spinto lui a impegnarmi in politica, rileggere le sue memorie e ascoltare i racconti in famiglia mi ha portato a credere che ci possa essere di meglio di quello che ascoltiamo nelle cronache".

Ma veramente chi si iscrive oggi ai giovani Democratici "o è matto o ha molto coraggio" come ha detto Renzi? "Ho fatto la tessera da solo due mesi e posso assicurare che è una prova di coraggio", risponde il giovane Dem.

meglio la 'buona scuola' che le occupazioni

"Noi che siamo giovani e abbiamo anche eletti nel Consiglio comunale -incalza Tommaso riferendosi a quanto sta accadendo a Roma- abbiamo persone che hanno a che fare con la cosa pubblica e vogliamo dire a Renzi che se vuole realmente ripartire da noi, come ha detto, la giovanile è a disposizione del partito e questi due giorni ne sono stati la dimostrazione. C'è stata una partecipazione immensa, non solo dagli iscritti al partito. E' stato faticoso ma bello, il segno che qualcuno ancora si vuole impegnare e che non ha niente a che fare con il malaffare". Poi sulle prospettive future del partito un consiglio al segretario: "Se si parla di unità non si possono mettere da parte le minoranze interne".

Infine un commento sulle occupazioni delle scuole da parte dei giovani, oggetto di una polemica che nei giorni scorsi ha visto protagonista il sottosegretario Davide Faraone, e su quanto affermato oggi da Renzi. "Molti di noi usciti dal liceo da poco si ricordano di aver partecipato alle occupazioni. La protesta è lecita ma non deve rimanere sterile, anzi deve portare proposte, alternative, contributi, altrimenti risulta poco produttiva".

"La 'buona scuola' è la prova che si può contribuire in diversi modi alle riforme. Anche se, come oggi ha detto Renzi, la riforma è sinonimo di innovazione ma non per forza rappresenta una soluzione. Per essere sinonimo di miglioramento deve essere per prima cosa una buona riforma".

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