(Adnkronos Salute) - Violenza chiama violenza, anche quando all'aggressività si assiste attraverso lo schermo di un cinema, della tv o di un videogioco. La scienza ha dimostrato un legame tra violenza 'virtuale' e aggressività nel mondo reale. A rischio ci sono bambini e ragazzi, e sotto accusa finiscono le immagini forti veicolate da media vecchi e nuovi: dai film violenti ai videogame in cui il giocatore vince sparando al nemico 'in prima persona', attraverso un avatar. Ridurre l'esposizione alla violenza virtuale non potrà cancellare del tutto le pagine di cronaca nera, ma è "una strategia importante da studiare" secondo gli esperti che domani 7 maggio, a Vancouver in Canada, interverranno in sessione plenaria al meeting annuale Pas-Pediatric Academic Societies. Scienziati, pediatri, clinici e sostenitori della lotta alla violenza nei media si confronteranno sullo stato dell'arte e sui modi per affrontare le implicazioni della violenza nei media sulla salute pubblica. "L'esposizione alla violenza veicolata dai media, in qualunque forma, aumenta il rischio di aggressività nel mondo reale", afferma Dimitri Christakis del Seattle Children's Research Institute, presidente della sessione congressuale di domani. "La recente epidemia di fucilazioni di massa e l'ultima sentenza della Corte Suprema Usa che boccia il divieto imposto dalla California alla vendita di videogiochi violenti ai minori - aggiunge - sono allarmanti, e spiegano perché è fondamentale potenziare la ricerca per approfondire le evidenze esistenti".
