(Adnkronos Salute) - "Una importante novità riguarda la diagnosi - sottolinea Alberto Villani, vicepresidente Sip (Società italiana di pediatria) e responsabile della Uoc di Pediatria generale e Malattie infettive dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma - ed è rappresentata dalle nuove metodiche di laboratorio (biologia molecolare) che consentono in tempi molto rapidi, questione di ore, di identificare il germe della tubercolosi (Mycobacteriumtuberculosis) valutandone anche le specifiche sensibilità ai farmaci. Un'applicazione estesa di queste metodiche favorirebbe una diagnosi più tempestiva e una terapia mirata con l’abbattimento delle resistenze".
Nelle nuove linee guida viene sottolineato come per la diagnosi in età pediatrica e adolescenziale risulti fondamentale un'accurata anamnesi, mirata a indagare l'avvenuta esposizione al batterio della tubercolosi, quindi un eventuale contagio per via aerea con un soggetto con Tbc bacillifera tramite saliva, starnuto o colpo di tosse, o con persone provenienti da aree endemiche. Particolare rilievo è dato, poi, dalla presenza di condizioni mediche che favoriscono l'immunosoppressione, come la malnutrizione, l'infezione da Hiv e la terapia con corticosteroidi o farmaci immunosoppressori.
Anche l’esame clinico riveste un ruolo di fondamentale importanza: devono essere accuratamente valutati i segni e sintomi quali la tosse cronica, la perdita di peso, l'astenia, la sudorazione profusa, la febbre, il dolore toracico, l'emottisi ed il distress respiratorio. Purtroppo nessuno di questi segni e sintomi consente da solo di fare diagnosi. Le linee guida forniscono, infine, precise indicazioni riguardo al ricovero per un bambino con sospetta tubercolosi, le norme relative all’eventuale necessità di isolamento, le regole per la riammissione in comunità.
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