Le raccomandazioni contenute nel documento dell'Onu sullo scandalo della pedofilia "appaiono presentare, a giudizio di chi ha ben seguito il processo che le ha precedute, limiti gravi. Non hanno tenuto conto adeguato delle risposte, sia scritte, sia orali, date dai rappresentanti della Santa Sede. Chi ha letto e ascoltato queste risposte non ne trova riflessi proporzionati nel documento del Comitato, tanto da far pensare che esso fosse praticamente già scritto o perlomeno nettamente impostato prima dell'audizione". Lo ha evidenziato padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, in un intervento alla Radio Vaticana.
In particolare, a detta di Lombardi, "sembra grave la non comprensione della natura specifica della Santa Sede. E' vero che si tratta di una realtà diversa dagli altri Stati e questo rende meno facile comprenderne ruolo e responsabilità. Ma ciò è stato spiegato molte volte dettagliatamente nei vent'anni e più di adesione alla Convenzione e in particolare nelle recenti risposte scritte. Non si è capaci di capire o non si vuole capire? In ambedue i casi si ha diritto a stupirsi".
Dice padre Lombardi che "non è il caso di parlare di scontro fra l'Onu e il Vaticano. Le Nazioni Unite sono una realtà molto importante per l'umanità di oggi. La Santa Sede ha sempre dato un forte supporto morale all'Organizzazione delle Nazioni Unite come luogo d'incontro fra tutte le nazioni, per favorire la pace nel mondo e la crescita della comunità dei popoli nell'armonia e nel reciproco rispetto e vicendevole arricchimento. Ne sono testimonianza innumerevoli documenti e interventi della Santa Sede ai suoi livelli più alti e la partecipazione intensa dei suoi Rappresentanti nell'attività di molti organismi dell'Onu". (segue)