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Pen drive esplosive, arrestato Unabomber palermitano

21 maggio 2019 | 15.55
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Scoperto un vero e proprio laboratorio in casa. Per gli investigatori sarebbe stato pronto a tutto per 'difendere' il patrimonio ereditato dai creditori

Pen drive esplosive, arrestato Unabomber palermitano

Era pronto a tutto. Per 'difendere' il patrimonio ereditato dalle azioni legali di una serie di creditori, che si stavano rivalendo in sede civile, aveva pensato anche "all'eliminazione fisica" di uno di loro attraverso un killer da assoldare nel deep web. E' uno dei retroscena dell'operazione 'Unabomber Pantelleria', condotta dalla Squadra mobile di Trapani e dalla sezione di Polizia giudiziaria della Procura, che ha portato all'arresto di un disoccupato palermitano di 51 anni, Roberto Sparacio. Per gli investigatori è lui l'uomo che realizzò la pen drive che, nell'ottobre del 2018, esplose negli uffici della Procura di Trapani, ferendo gravemente un ispettore superiore della Polizia, Gian Camillo Aceto.

Gli agenti hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Trapani per minacce aggravate, lesioni gravissime, tentata estorsione, fabbricazione, commercio e detenzione di materiale esplosivo e addestramento a preparare esplosivi. Le indagini, spiegano gli investigatori, hanno permesso di raccogliere "gravi indizi di colpevolezza" a carico dell’uomo e di far luce anche sull’esplosione, avvenuta a Palermo nel luglio 2016, di un'altra pen drive, che ha ferito gravemente un 25enne. Allora le indagini furono archiviate. Lo stesso gip ha sottolineato "la pericolosità, la spregiudicatezza e le elevate capacità dell’arrestato di fabbricare esplosivi e di utilizzare sostanze chimiche ed esplodenti per preparare trappole micidiali".

Nell’abitazione del 51enne, a Pantelleria, gli agenti hanno scoperto un vero e proprio laboratorio, dove preparare congegni esplosivi e miscelare sostanze chimiche molto pericolose. Nell’estate del 2016, a Palermo, l'uomo prese a pugni anche uno dei suoi difensori, responsabile, secondo lui, di non aver agito al meglio per evitare la vendita all’asta di un suo appartamento. "Le elevate capacità dell’arrestato di fabbricare esplosivi - spiegano dalla Questura - sono emerse anche dall’attività di un agente sotto copertura del Servizio centrale operativo della Polizia, al quale l’indagato ha venduto copia di alcuni manuali di esplosivistica e di chimica di laboratorio nonché diverse sostanze precursori di esplosivi". L'uomo deve rispondere anche di detenzione di materiale pedopornografico, rinvenuto dagli investigatori sul suo pc.

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