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Pensionati in piazza a Roma: "Cambiare la legge Fornero"

02 aprile 2016 | 11.22
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(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

La legge Fornero va cambiata e subito. Suona come un ultimatum quello lanciato da Cgil, Cisl e Uil al governo durante una manifestazione unitaria che ha visto i tre leader in piazza, Susanna Camusso a Venezia, Annamaria Furlan a Roma e Carmelo Barbagallo a Napoli.

"Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani", questo lo slogan che è riecheggiato da nord a sud tra le decine di migliaia di pensionati e lavoratori che hanno sfilato in corteo per chiedere di cambiare la legge Fornero, consentendo ai lavoratori di accedere alla pensione a chi ha maturato anni e anni di contributi o magari fa un lavoro usurante.

"Bisogna ripristinare la flessibilità in uscita per lasciare i posti di lavoro ai giovani, non si può stare fino a 67 anni su una gru, o su una impalcatura o magari tenere una classe materna di 30 bambini" ha detto Furlan. Quanto alle proposte del sindacato Furlan ha insistito su alcuni punti chiave, come "la combinazione di contributi e delle età anagrafica o stabilire che dopo 41 anni di contributi un lavoratore può andare in pensione".

Un sistema previdenziale - quello invocato dai leader sindacali - che deve prestare attenzione agli anziani ma anche ai giovani. "Deve cambiare la norma per quel che riguarda la costruzione di una previdenza per i giovani, quindi la possibilità non di immaginarsi un futuro da poveri, ma di persone che nella loro vita lavorativa metteranno insieme una condizione civile di pensione" ha sottolineato Camusso.

"Questo paese - ha osservato Barbagallo - sta diventando un paese in via d'estinzione, fuggono i giovani e fuggono gli anziani che con pensioni da fame non possono rimanere". "Andremo avanti finché non schioderemo il Governo" ha detto Furlan e già all'orizzonte si vede la prossima iniziativa unitaria per i pensionati programmata il 19 maggio a Roma, in piazza del Popolo. Una manifestazione promossa da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil sui temi della rivalutazione degli assegni pensionistici, su fisco, reversibilità, welfare e non autosufficienza.

Una posizione condivisa dunque quella di Cgil, Cisl e Uil. "Per i sindacati confederali è il momento della coesione in un paese completamente spaccato che invece, ha bisogno di tenere insieme giovani e anziani" ha detto Furlan.

La piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil prevede una serie di proposte. Innanzitutto, il ripristino della flessibilità nell’accesso al pensionamento può essere una prima risposta generalizzata che consente di venire incontro, anche se parzialmente, alle esigenze di chi svolge lavori più faticosi e pesanti. Per i sindacati è infatti indispensabile ripristinare meccanismi di flessibilità nell’accesso alla pensione, a partire dall’età minima di 62 anni oppure attraverso la possibilità di combinare età e contributi, per venire incontro alle esigenze di vita delle persone e ai cambiamenti dell’organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi. Gli oneri relativi alle misure di flessibilità non possono essere scaricati sui lavoratori.

Inoltre, i sindacati ritengono che sia necessario un intervento strutturale di riforma che dia certezze ai lavoratori e alle lavoratrici, giovani e meno giovani, e restituisca una parte delle risorse risparmiate, circa 80 miliardi di euro in dieci anni sulla loro pelle, per riaffermare solidarietà, flessibilità, equità. La piattaforma si prefigge inoltre di tutelare le pensioni in essere e di rafforzare la previdenza complementare. I sindacati inoltre, sono contrari a ipotesi di ricalcolo contributivo alle pensioni in essere.

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