E' stata fermata venerdì notte dai carabinieri di Varese Melina Aita, 64 anni, moglie di Antonino Faraci, 72 anni, il pensionato, invalido, ucciso con violenza il 13 aprile scorso nella sua abitazione in via Briante 199, a Somma Lombardo, in provincia di Varese.
Secondo l'ipotesi degli inquirenti, sarebbe stata lei a uccidere il marito con quattro coltellate al torace e colpendolo alla testa con un soprammobile, un elefante di ceramica.
Ancora da ricostruire il movente di un delitto tanto efferato. Dopo l'omicidio la donna, secondo la ricostruzione dell'accusa, avrebbe nascosto il coltello e avrebbe messo la casa a soqquadro per simulare una rapina finita tragicamente.
Nel corso dell'interrogatorio, a cui è stata sottoposta dai carabinieri e dal pm, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
A suo carico i carabinieri hanno raccolto numerosi elementi di riscontro che contesterebbero la versione fornita dalla pensionata. La pista familiare era stata individuata subito dagli investigatori. La donna, ora, dovrà rispondere anche di simulazione di reato aggravata dal fatto di aver finto una rapina per garantirsi l'impunità dal delitto.
A 5 giorni dai fatti, i carabinieri di Varese, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, sono in attesa di ulteriori riscontri che arriveranno dal Ris che dovrà esaminare l'auto in uso alla donna e numerosi altri reperti sequestrati nel corso del sopralluogo effettuato dagli specialisti del reparto operativo di Varese.
La Procura di Busto Arsizio ha proceduto a emanare il fermo anche perché gli inquirenti temevano che la donna potesse fuggire e inquinare le prove. Melina Aita è ora rinchiusa nel carcere di Monza.
