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Pensione anticipata Inps, cosa c'è da sapere

28 agosto 2020 | 09.07
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Foto Fotogramma
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Gli iscritti presso l’Inps possono non solo beneficiare della pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni (requisito valido almeno sino al 31 dicembre 2022), ma possono ottenere diverse tipologie di pensione anticipata.

Che cos’è la pensione anticipata? Come spiega laleggepertutti.it è chiamata così la rendita previdenziale che viene liquidata prima del compimento dell’età utile al conseguimento della pensione di vecchiaia. La pensione anticipata può richiedere requisiti diversi, a seconda della tipologia: per esempio, presso l’Inps, alcuni trattamenti anticipati richiedono soltanto la maturazione di un requisito contributivo, ossia richiedono un certo numero di contributi alle spalle, senza la necessità di aspettare il compimento di un’età minima. Altri trattamenti, invece, richiedono un requisito contributivo minimo ed un’età minima, anche se inferiore all’età pensionabile, per essere liquidati.

I trattamenti pensionistici anticipati non sono previsti soltanto presso le gestioni previdenziali amministrate dall’Inps, ma anche presso le casse dei liberi professionisti, sia private che privatizzate. Presso queste casse, i requisiti pensionistici differiscono in base alle previsioni del regolamento di previdenza del singolo ente.

In ogni caso, esistono due tipologie di pensione anticipata uguali per tutti, cioè che prevedono gli stessi requisiti a prescindere dalla cassa di appartenenza: si tratta della pensione anticipata ordinaria in regime di cumulo e della pensione di anzianità in regime di totalizzazione. Ma procediamo con ordine e osserviamo i requisiti richiesti per la liquidazione dei trattamenti previdenziali anticipati.

Pensione anticipata ordinaria

Presso la generalità delle gestioni di previdenza amministrate dall’Inps, è possibile ottenere la pensione anticipata ordinaria: si tratta di una rendita introdotta dalla legge Fornero in sostituzione della precedente pensione di anzianità con le quote. Per ottenere la pensione anticipata ordinaria, agli uomini sono richiesti almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre alle donne ne sono richiesti 41 e 10 mesi. Non è invece richiesta alcuna età minima per la liquidazione della prestazione economica. Dalla maturazione del requisito contributivo sino alla decorrenza della pensione è previsto un periodo di attesa, detto finestra, pari a tre mesi. I requisiti contributivi resteranno pari a 42 anni e 10 mesi ed a 41 anni e 10 mesi sino al 31 dicembre 2026, in base alle previsioni del decreto pensioni 2019. Il sistema di calcolo da applicare alla pensione anticipata varia in base all’anzianità contributiva dell’interessato. In particolare, si applica il calcolo: retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi alla stessa data (si tratta del cosiddetto calcolo misto); retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 (si tratta del cosiddetto calcolo ex retributivo puro); esclusivamente contributivo, per chi non possiede versamenti alla data del 31 dicembre 1995. Che differenza c’è tra il calcolo contributivo e quello retributivo? Mentre il sistema di calcolo retributivo si basa sugli ultimi redditi, o retribuzioni, rivalutati in base all’inflazione e sull’anzianità contributiva collocata entro determinati periodi, il calcolo contributivo si basa sui versamenti accreditati, rivalutati in base alla variazione quinquennale del Pil, e sull’età pensionabile. Normalmente, il calcolo retributivo risulta più favorevole rispetto al calcolo contributivo, essendo basato sugli ultimi redditi della carriera lavorativa, quindi su redditi generalmente più elevati.

Pensione anticipata ordinaria in regime di cumulo

La pensione anticipata ordinaria può essere ottenuta non soltanto dagli iscritti presso una delle gestioni amministrate dall’Inps, ma anche dagli iscritti presso le casse professionali, se ci si avvale del cumulo. Che cos’è il cumulo? Si tratta di uno strumento che consente di sommare i contributi accreditati presso gestioni diverse ai fini del diritto alla pensione. Chi possiede contribuzione presso diverse casse può dunque considerare unitariamente i versamenti per verificare di aver raggiunto il diritto alla pensione anticipata. In altre parole, bisogna contare tutti i contributi non coincidenti accreditati per verificare se si hanno alle spalle almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti, per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi di versamenti, per le donne. Ai fini della misura della pensione, però, i contributi non vengono unificati, ma ogni cassa liquida la prestazione economica di propria competenza, in base alle proprie regole. Anche per ottenere la pensione anticipata ordinaria in regime di cumulo è necessario attendere, dalla maturazione dei requisiti e sino alla liquidazione del trattamento, una finestra pari a tre mesi.

Pensione anticipata precoci

I lavoratori iscritti all’Inps possono inoltre ottenere la pensione anticipata con soli 41 anni di contributi, se soddisfano delle condizioni particolari. Nel dettaglio, per ottenere questa pensione anticipata agevolata è necessario possedere, oltre a 41 anni di versamenti, almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro accreditati prima del compimento dei 19 anni di età: Se si soddisfa questa condizione, si è considerati lavoratori precoci ai fini della pensione. Si devono poi soddisfare ulteriori requisiti: possedere anzianità contributiva al 31 dicembre 1995; appartenere a una delle categorie di lavoratori tutelati dalla normativa pensionistica che ha istituito questo trattamento agevolato: disoccupati di lungo corso, invalidi civili dal 74%, caregiver, addetti ai lavori gravosi, addetti ai lavori usuranti o notturni. Perché l’interessato sia considerato appartenente a una delle categorie elencate deve soddisfare i requisiti specifici, diversi per ogni categoria. Anche questa tipologia di pensione può essere ottenuta attraverso il cumulo. Per la sua liquidazione, sono necessari, come previsto per la pensione anticipata ordinaria, tre mesi di finestra. Bisogna però richiedere la certificazione del diritto a pensione nell’anno in cui si maturano i requisiti per il trattamento: la pensione anticipata precoci non può essere infatti liquidata in assenza dell’apposita certificazione Inps. La certificazione si deve richiedere entro il 1° marzo dell’anno in cui si maturano i requisiti per il trattamento, oppure, tardivamente (ma in questo caso la domanda è accolta solo se vi sono risorse residue), entro il 30 novembre dello stesso anno. Una volta ottenuta la pensione anticipata precoci, non è possibile cumulare l’assegno pensionistico con i redditi di lavoro, sino alla maturazione virtuale del requisito contributivo previsto per la pensione anticipata ordinaria.

Pensione anticipata con opzione quota 100

Tra le pensioni anticipate che possono essere riconosciute agli iscritti presso le gestioni Inps è presente anche la cosiddetta quota 100. La pensione quota 100 è un trattamento sperimentale, che può essere ottenuto da chi, entro il 31 dicembre 2021, risulta aver compiuto 62 anni di età e 38 anni di contributi. Si chiama quota 100 in quanto la somma di età e contribuzione dà 100 come risultato, anche se la quota, intesa come sommatoria di età e contribuzione, non ha una rilevanza autonoma. Ad esempio, non è possibile ottenere la quota 100 con 60 anni di età e 40 di contribuzione, né con 63 anni di età e 37 di contribuzione, anche se il risultato della sommatoria è sempre 100, ma bisogna rispettare rigorosamente entrambi i requisiti previsti, ossia 62 anni di età e 38 di contribuzione. Anche la quota 100, così come la pensione anticipata, è liquidata dopo l’attesa di un periodo di finestra, a partire dalla maturazione dell’ultimo requisito. Le finestre sono però differenti in base alla categoria di appartenenza: i lavoratori del settore privato attendono tre mesi, mentre dipendenti pubblici devono attendere sei mesi ed inviare la richiesta di cessazione dal servizio con un preavviso minimo di sei mesi. I beneficiari della quota 100 non possono cumulare il trattamento pensionistico con i redditi di lavoro sino al compimento dei 67 anni di età. Può essere cumulato il solo reddito derivante dal lavoro autonomo occasionale, nei limiti di 5000 euro annui di compensi lordi.

Pensione anticipata con opzione donna

Le lavoratrici dipendenti ed autonome iscritte presso una delle gestioni amministrate dall’Inps possono ottenere una particolare pensione anticipata, per la precisione di anzianità, con dei requisiti fortemente agevolati: si tratta del cosiddetto regime sperimentale donne, o opzione donna. La pensione con opzione donna può essere ottenuta, attualmente, con i seguenti requisiti: 58 anni di età e 35 anni di contributi perfezionati entro il 31 dicembre 2019, per le lavoratrici dipendenti; 59 anni di età e 35 anni di contributi perfezionati entro il 31 dicembre 2019, per le lavoratrici autonome. Con tutta probabilità, l’opzione donna sarà prorogata nella prossima legge di bilancio ed avrà quale data di riferimento per il perfezionamento dei requisiti il 31 dicembre 2020. La pensione non viene liquidata immediatamente, una volta perfezionati i requisiti, ma è necessario attendere una finestra pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti ed a 18 mesi per le lavoratrici autonome.

Pensione di anzianità in totalizzazione

Per i lavoratori che possiedono contributi presso gestioni previdenziali diverse, comprese le casse dei liberi professionisti, è possibile ottenere una particolare tipologia di pensione di anzianità sommando la contribuzione ai fini del diritto al trattamento: si tratta della cosiddetta totalizzazione. In regime di totalizzazione, difatti, è possibile ottenere non solo la pensione di vecchiaia, di inabilità ed ai superstiti, ma anche la pensione anticipata, o di anzianità. Per questa pensione è previsto un requisito pari a soli 41 anni di contributi complessivi. Tuttavia, è applicata una finestra di attesa piuttosto lunga, pari addirittura 21 mesi, a partire dalla data di maturazione del requisito contributivo. Così come osservato in relazione al cumulo, anche per quanto riguarda la totalizzazione tutti i contributi posseduti nelle diverse casse sono sommati per raggiungere il diritto alla pensione. Ai fini della misura del trattamento, invece, ogni gestione liquida la quota di propria competenza. Non sempre, però, la quota di competenza viene liquidata con le proprie regole, ma spesso è applicato il ricalcolo contributivo.

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