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Brexit, analisti: "Economia britannica prima vittima, si salva l'eurozona"

24 giugno 2016 | 18.59
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

La Gran Bretagna sarà la prima vittima della Brexit . La sua economia si avvia verso una recessione, anche se leggera, con un calo del Pil fra lo 0,5% e l'1% nel secondo semestre di quest’anno e di almeno l'1% nel 2017. L’economia dell’eurozona, invece, dovrebbe reggere l’urto, con un impatto previsto attorno al 0,2-0,6%, ma con conseguenze più pesanti per i Paesi legati al Regno Unito. Queste le previsioni condivise dagli analisti finanziari e dalle principali case di investimento dopo la vittoria della Brexit al referendum nel Regno Unito.

Sui mercati finanziari la volatilità rimarrà molto elevata ancora nei prossimi giorni, mentre la sterlina continuerà a scendere nei confronti delle altre valute. Entrambi i trend sono però destinati a riassorbirsi, anche se alcuni broker sono più pessimisti e ritengono che si sia aperto un rally ribassista di lungo periodo. Duratura, in ogni caso, la 'flight to quality', la fuga degli investitori verso la qualità, a favore del dollaro e dei titoli di Stato dei Paesi 'core' dell'Unione europea e a scapito dei Paesi periferici e di quelli ad alto debito, come l'Italia.

Per gli analisti di Credit Suisse nella seconda metà dell'anno il Pil britannico sarà inferiore dell'1% rispetto alle previsioni e scenderà a +1%, mentre il prossimo anno sarà recessione, con un calo dell'1%. Per Ubp, Union Bancaire Privée, la recessione inizierà già nel secondo semestre di quest'anno, con un calo fra l'1% e il 3%, mentre la disoccupazione aumenterà di 1-1,5 punti percentuali. Ing ha tagliato le stime sulla crescita del Regno Unito nel 2017 di 1-1,5 punti, mentre Axa Im ha ridotto le previsioni del prossimo anno a +0,4% da +1,9%.

Per Bofa Merrill Lynch Global Research l'economia del Regno Unito sarà la "prima vittima" della Brexit, ma lo shock sull'area euro e a livello globale sarà comunque "significativo". Le stime sull'impatto della Brexit sulla crescita dell'area euro sono generalmente contenute, fra 0,2 e 1 punto percentuale, ma le conseguenze saranno più aspre per i Paesi Ue con i legami commerciali più forti con il Regno Unito, come Irlanda, Paesi Bassi e Germania.

Forti ripercussioni anche sul mercato valutario, con un indebolimento generalizzato della sterlina nei confronti delle altre valute, in particolare sul dollaro, su cui ha toccato il minimo degli ultimi 30 anni dopo il crollo in apertura a 1,33. Gli analisti e le case d'investimento sono concordi nel ritenere scontato un nuovo indebolimento della sterlina, anche se i timori che venga raggiunta la parità con il biglietto verde sono "infondati", spiega Quentin Fitzsimmons, gestore del team del reddito fisso di T. Rowe Price. "E' una valuta pregiata, diffusamente scambiata e costituisce una riserva di valore".

La volatilità continuerà a dominare i mercati azionari ancora per alcuni giorni, ma le perdite potrebbero lentamente riassorbirsi, soprattutto se le banche centrali interverranno in maniera coordinata per sostenere il mercato. Giordano Lombardo, ceo e group chief investment officer di Pioneer Investments, spiega che "le cosiddette 'attività di rischio' per qualche tempo probabilmente continueranno a subire una volatilità al ribasso", ma "sul lungo termine il Regno Unito e l'Europa emergeranno da questa decisione, che va oltre le aspettative del mercato, senza riportare gravi conseguenze".

Per Filippo Diodovich e Vincenzo Longo, market strategist di Ig, invece le vendite che si sono scatenate oggi sui mercati "sono troppo importanti per essere categorizzate come one off. Probabilmente i cali proseguiranno nelle prossime sedute e gli indici aggiorneranno i minimi visti a febbraio". La portata e le ripercussioni del voto favorevole alla Brexit "è tale da segnare l’avvio di un rally ribassista di lungo respiro".

Le azioni dei settori ciclici "vanno incontro a un grande sell off, soprattutto il settore finanziario ed energetico, mentre healthcare e utilities saranno considerati come rifugio", dice James Butterfill, a capo della ricerca e delle strategie di investimento di Etf Securities. "L'incertezza regnerà sovrana", con la conseguenza che si andranno a cercare beni rifugio come l'oro che "potrebbe aumentare a quota 1.400 dollari l'oncia".

Morgan Stanley Research si aspetta "un calo significativo" per il comparto azionario europeo, con le società finanziarie e quelle più esposte ai consumi che potrebbero guidare il mercato "ulteriormente al ribasso", mentre i beni di consumo deperibili e l'healthcare potrebbero fare meglio del mercato.

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