Riprende il mercato interno con operatori horeca e Gdo. Il dibattito dei protagonisti della filiera e dei distillatori.
Tutto il mondo a Vinitaly, con operatori professionali da 140 Paesi, ben 20 in più rispetto al 2014. "Il risultato centra l’obiettivo che ci eravamo prefissati. Grazie all’aumento del 34% degli investimenti dedicati all’incoming e alla collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico, l’Agenzia-Ice e il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, abbiamo aumentato la già alta partecipazione di buyer stranieri", ha affermato Ettore Riello, presidente di Veronafiere.
In totale i visitatori sono stati circa 150mila, ma rispetto al passato c’è più Far East, con Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia. Crescono il Messico e anche l’Africa, con new entry interessanti come Camerun e Mozambico. Bene pure il Nord Africa, con la ripresa di Egitto, Tunisia e Marocco sia per il vino che per l’olio extravergine di oliva di Sol&Agrifood.
"I grandi mercati di Usa e Canada - ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - da soli rappresentano il 20% degli oltre 55mila visitatori esteri. L’area di lingua tedesca, Germania, Svizzera e Austria, si conferma la più importante con il 25% delle presenze, il Regno Unito è al terzo posto con il 10%, seguono in termini numerici i buyer dei Paesi Scandinavi e quelli del Benelux. Abbiamo registrato grande soddisfazione da parte degli gli espositori, per la capacità di Vinitaly di migliorare di anno in anno il numero di buyer esteri e la qualità dei visitatori, mantenendo alto il numero dei contatti, tanto che aziende private di grande rilevanza hanno già sottoscritto rinnovi triennali per le prossime edizioni".