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Ambiente: indagine nel sottosuolo per conoscere l'acqua che beviamo

16 novembre 2015 | 18.43
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(Infophoto)
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Studiarne i percorsi per ricostruire la 'storia' dell’acqua che beviamo. Obiettivo: rendere ancora più efficiente ed efficace la gestione del servizio idrico. Sono gli obiettivi del progetto avviato, in collaborazione con 'La Sapienza' di Roma e l'Università di Waterloo in Canada, dal Gruppo Cap e che entro pochi mesi restituirà all’azienda idrica milanese la carta di identità della falda sotterranea, ricostruita sulla base di analisi isotopiche.

Per il Gruppo Cap si tratta di un’implementazione del Pia, il Piano Infrastrutturale degli Acquedotti già varato dall’azienda. "Conoscere i percorsi sotterranei non è soltanto una curiosità scientifica ma uno strumento pratico per una gestione industriale più efficace ed efficiente, tanto più oggi che la falda risulta minacciata dalla pressione antropica, in grado di trasportare potenziali inquinanti nel sottosuolo, e da una riduzione della disponibilità legata ai cambiamenti climatici", spiega il presidente Alessandro Russo.

Per esaminare il movimento delle acque sotterranee, la ricerca si basa sulle analisi isotopiche sia della molecola d'acqua che dei composti disciolti come, ad esempio, nitrati e solfati. Infatti, tra le milioni di molecole ogni composto chimico ne include alcune 'differenti', composte ad esempio da idrogeno o ossigeno più pesanti perché corrispondenti ad atomi contenenti un neutrone in più.

Il rapporto tra isotopi leggeri e pesanti è differente a seconda della provenienza, della storia e del percorso delle acque sotterranee, consentendo quindi di distinguere tra le diverse acque sotterranee anche se hanno la stessa composizione chimica.

Non solo informazioni sui ciclo naturale dell'acqua: lo studio fornirà nuovi dati anche sull'impatto delle attività dell’uomo, arrivando a valutare l'origine e soprattutto la possibilità che prodotti del mondo agricolo e industriale possano minacciare la qualità della risorsa idrica consentendo di intervenire immediatamente.

Il progetto, cui stanno lavorando i geologi del Gruppo Cap insieme con il Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza di Roma e i ricercatori dell'Università di Waterloo, è ormai in fase avanzata e rientra nel programma Cap 21 - Impegni di sostenibilità, lanciato dall’azienda idrica a pochi giorni dall’avvio di Cop21, la Conferenza sul clima che si svolgerà a Parigi in dicembre, per raccogliere la sfida del Climate Change mettendo in atto 21 azioni concrete di sostenibilità. I 21 impegni si riassumono in sette grandi aree di intervento del programma Cap21: #Acquadabere, #Acquadarecuperare, #acquadavalorizzare, #Acquadacostruire, #Acquadarisparmiare, #Acquadainnovare e #Acquadasostenere.

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