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Performance al lavoro? Viene influenzata dai vicini di scrivania

08 agosto 2017 | 17.11
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Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Per migliorare le performance dei dipendenti, i datori di lavoro investono su diversi fronti, dalla formazione alla gestione delle performance, ai premi e agli incentivi. Ma uno studio dimostra che la semplice riorganizzazione dell’assegnazione delle scrivanie può essere uno dei metodi più rapidi ed economici per migliorare le performance dei dipendenti. Una ricerca svolta da Cornerstone OnDemand, in collaborazione con l’Harvard Business School, infatti, ha scoperto che la distanza tra le scrivanie di due persone ha diversi effetti sulle prestazioni e che quali colleghi siedono vicino può generare un incremento fino al 15% delle performance dell’organizzazione.

Per le organizzazioni che intendono migliorare il ritorno dell’investimento in capitale umano, dunque, la semplice riorganizzazione delle scrivanie e la riassegnazione dei posti può essere una delle risorse più economiche a disposizione. Per un’azienda di 2.000 persone, la pianificazione strategica delle posizioni può valere fino a 1 milione di dollari di profitto.

Nello studio 'Planning Strategic Seating to Maximize Employee Performance', il primo nel suo genere, sono stati analizzati i dati forniti da un’importante azienda tecnologica con sedi negli Usa e in Europa, relativi a oltre 2.000 lavoratori per un periodo di due anni. I ricercatori hanno concluso che chi ci siede vicino può avere un impatto significativo sulle nostre performance, sia in positivo sia in negativo. I ricercatori hanno individuato tre tipologie di lavoratore: produttivo, generalista e qualitativo. I lavoratori produttivi producono molto ma mancano di qualità. I qualitativi offrono alta qualità ma a scapito della produttività. I generalisti sono una via di mezzo.

Lo studio ha rilevato che gli effetti sulle performance sono più forti quando le performance vengono misurate su aree in cui la persona è più debole. Fare sedere vicini i produttivi e i qualitativi, separando i generalisti comporta un aumento del 13% in produttività e del 17% in efficienza. In pratica, avvicinando soggetti con punti di forza opposti si crea una sorta di relazione simbiotica. Chi è forte in una dimensione non viene molto influenzato dallo Spillover in quella dimensione, mentre è molto sensibile allo Spillover sulla dimensione in cui è debole.

La ricerca dimostra, inoltre, che l’effetto Spillover può portare a performance negative attraverso condotte inappropriate o non etiche. Nel determinare in quale misura un lavoratore tossico (ovvero un lavoratore che col suo comportamento reca un danno alle persone o alle proprietà di un’organizzazione) influenza gli altri, i ricercatori hanno scoperto che le performance negative di questi soggetti contagiano i colleghi in un processo simile allo Spillover positivo.

Ciò suggerisce che le indagini sull’engagement dei lavoratori che misurano i sentimenti delle persone rispetto all’ambiente di lavoro e ai manager possono rivelarsi un’importante prima linea di difesa per la rimozione della tossicità, fornendo un’indicazione della necessità di intervenire su quel gruppo di lavoro.

Finora, poco era stato fatto per capire come la posizione fisica di una persona e la vicinanza ad altri potesse influire sulla produttività e sulle performance”, commenta Dylan Minor, visiting assistant professor dell’Harvard Business School.

“Questi risultati indicano - spiega - che le aziende possono massimizzare le performance dell’organizzazione semplicemente sviluppando un piano per l’ottimizzazione delle postazioni di lavoro. Lo spazio fisico è un aspetto che le aziende possono gestire in modo relativamente poco costoso e quindi dovrebbe essere considerato una risorsa importante per aumentare il ritorno sul capitale umano”.

“Nel momento in cui le organizzazioni stanno optando per una organizzazione degli spazi flessibile, lo studio dimostra - osserva Jason Corsello, responsabile strategia e sviluppo di Cornerstone OnDemand - che c’è effettivamente una scienza dietro l’assegnazione alle persone delle postazioni di lavoro. Questo è un ottimo esempio del valore delle people analytics e di come i dati che un’organizzazione raccoglie possano aiutarla a operare in modo più efficiente, anche quando si tratta di scelte apparentemente banali come l’assegnazione delle postazioni di lavoro”.

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