Secondo il Washington Post il calo "che sta colpendo i paesi che dipendono in modo consistente dalle esportazioni petrolifere, potrebbe spingere la Russia a rispettare il cessate il fuoco in Ucraina, rendere l'Iran più flessibile nei colloqui sul programma nucleare, colpire l'influenza del Venezuela ed indebolire le finanze dello Stato Islamico
"Il repentino crollo del prezzo del petrolio potrebbe aiutare Barack Obama a raggiungere suoi obiettivi di politica estera". E' quanto scrive il Washington Post sottolineando che questo calo "che sta colpendo i paesi che dipendono in modo consistente dalle esportazioni petrolifere, potrebbe spingere la Russia a rispettare il cessate il fuoco in Ucraina, rendere l'Iran più flessibile nei colloqui sul programma nucleare, colpire l'influenza del Venezuela ed indebolire le finanze dello Stato Islamico".
Se su tutti questi importanti fronti la congiuntura economica potrebbe quindi aiutare Washington ad ottenere dei progressi sul piano della politica estera, vi sono altre componenti dell'agenda di Obama che invece potrebbero essere danneggiate. Tra questi, sottolinea ancora il Post, "gli sforzi di aprire alle compagnie straniere il mercato petrolifero messiccano e la riduzione dell'uso dei combustibili fossi per limitare i cambiamenti climatici.
