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Pfizer agli under 16 ed efficacia su varianti: le news sul vaccino

03 maggio 2021 | 16.30
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Le ultime notizie di oggi sul prodotto Biontech

Afp
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Ipotesi vaccino Pfizer agli under 16 (e fino ai 12 anni) al vaglio dell'Ema, che scioglierà la riserva a giugno, e ancora uno studio sulla protezione dalle varianti covid con una sola dose del prodotto. Queste le news di oggi sul vaccino, dopo che in Italia sono state consegnate il 27 aprile scorso altre 2,2 milioni di dosi permettendo alle Regioni/Province autonome di consolidare il trend in crescita delle somministrazioni dall’inizio della campagna vaccinale nazionale.

L'Agenzia europea del farmaco Ema ha quindi avviato oggi la valutazione della richiesta di estensione dell'uso di Comirnaty (questo il nome del vaccino anti-Covid di Pfizer e BioNTech), negli adolescenti di età compresa tra 12 e 15 anni. L'Ema informa che renderà noto l'esito della valutazione, "previsto per giugno - stima l'ente regolatorio Ue - a meno che non siano necessarie informazioni supplementari". Comirnaty, autorizzato per la prima volta in Ue nel dicembre 2020 - ricorda l'Ema - è attualmente approvato a partire dai 16 anni di età. Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'agenzia regolatoria condurrà "una valutazione accelerata dei dati presentati dall'azienda che commercializza Comirnaty, compresi i risultati provenienti da uno studio clinico di grandi dimensioni in corso su adolescenti a partire dai 12 anni di età, per decidere se raccomandare l'estensione di indicazione. Il parere del Chmp sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, la quale adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell'Ue".

"Non mettiamo fretta alle autorità regolatorie, ma se arrivasse l'approvazione sarebbe fondamentale per riaprire a settembre le scuole in sicurezza", commenta su Twitter il virologo Roberto Burioni, docente dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Intanto arriva la conclusione di uno studio pubblicato dalla rivista Science - e riportato dalla pagina Facebook di Burioni, 'Medical Facts' -, sul vaccino Pfizer: le persone guarite dal coronavirus sono maggiormente protette, anche dalle varianti, con una sola dose. Per capire se la vaccinazione a dose singola, con o senza infezione precedente, fosse in grado di conferire un’immunità protettiva anche alle varianti, i ricercatori hanno analizzato le risposte delle cellule T e B dopo la prima dose di vaccino mRNA di Pfizer/BioNTech in operatori sanitari, con o senza precedente infezione da Wuhan-Hu-1 Sars-CoV-2, ovvero la tipologia di coronavirus cinese che ha scatenato la pandemia. "Dopo la prima dose, spiega lo studio, gli individui con una precedente infezione da virus originario hanno mostrato una maggiore immunità delle cellule T, una risposta anticorpale delle cellule B di memoria nei confronti della cima (spike) del virus e anticorpi neutralizzanti efficaci contro B.1.1.7 (la variante inglese) e B.1.351 (la variante sudafricana)".

"Gli operatori sanitari - si legge su MedicalFacts - che hanno ricevuto una dose di vaccino senza infezione precedente hanno mostrato invece un’immunità ridotta. Le mutazioni inglese e sudafricana hanno indotto su questi individui risposte cellulari T abrogate o invariate a seconda dei polimorfismi dell’antigene leucocitario umano. La vaccinazione con una singola dose del vaccino Pfizer di chi è stato già contagiato, rileva dunque Science, migliora sostanzialmente le risposte anticorpali neutralizzanti contro le varianti, mentre chi non ha avuto il Covid ha una protezione bassa contro le varianti se la dose ricevuta è una sola".

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