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Invitalia: piano 2017-19, rendere più efficace e integrare offerta

09 febbraio 2017 | 14.51
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Domenico Arcuri, ad Invitalia
Domenico Arcuri, ad Invitalia

Accelerare ulteriormente la crescita e accompagnare le dinamiche competitive del sistema produttivo; moltiplicare le traiettorie di valorizzazione dei territori; garantire l'efficacia dei fondi europei per lo sviluppo e la coesione. Ma anche integrare la propria offerta e quindi accedere al mercato dei capitali per integrare le politiche di investimento; acquisire una Banca per lo Sviluppo per supportare con maggiore efficacia le politiche per la crescita; gestire un Fondo per lo sviluppo per mettere a sistema capitali pubblici e privati a sostegno dello sviluppo. Sono questi gli obiettivi del piano industriale 2017-19 di Invitalia che sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a Roma dal presidente, Claudio Tesauro e dall'ad Domenico Arcuri.

Un piano, questo, che parte dai risultati raggiunti nello scorso triennio. Negli ultimi tre anni, sottolinea Tesauro, "abbiamo concessi finanziamenti per 8,8 miliardi di euro che hanno permesso di attivare 18,7 miliardi di investimenti". Nei territori, aggiunge, "sono stati investiti 447 milioni di euro per lo sviluppo del territorio e per valorizzare la loro potenzialità e favorire opportunità di sviluppo". L'Italia, sottolinea l'ad di Invitalia, "ha tra le sue tante problematicità la necessità di intensificare e velocizzare la crescita del pil, migliorare il tasso di occupazione, ridurre la disoccupazione giovanile. Si inizia a registrare un'inversione di tendenza ma abbiamo tutti bisogno che la crescita diventi sostenibile e possa durare nel tempo".

E proprio in questo quadro si inserisce il nuovo piano di Invitalia. Un piano, rileva Arcuri, "che vuole rendere più efficace l'offerta di sviluppo e più efficiente la domanda di sviluppo". L'obiettivo del gruppo, infatti, è quello di sostenere l'offerta di investimento con l'intero sistema di incentivi nazionali; di sostenere la domanda dei territori realizzando interventi a complessità crescente; capitalizzare la conoscenza dei territori e dei settori industriali; moltiplicare gli investimenti e velocizzare la spesa connettendo finanza pubblica a capitali di mercato; aumentare l'efficacia e l'efficienza complessiva delle politiche per lo sviluppo.

Il gruppo, spiega ancora Arcuri, "mette a disposizione delle imprese che vogliono investire un set di incentivi". Ma rispetto al passato i tempi sono cambiati. "Il tempo degli incentivi a pioggia è finito, il tempo in cui si investe perché ci sono degli incentivi non c'è più. Ora le imprese che decidono di investire possono pensare di poter beneficiare di incentivi e non il contrario". E per poter beneficiare degli incentivi messi a disposizione da Invitalia le imprese devono programmare investimenti che rispondano ad alcuni requisiti: promossi da aziende estere, coerenti con Industria 4.0 e con un forte impatto occupazionale. "Se le imprese che investono rispondano a uno o più requisiti, Invitalia si impegna ad accompagnarle", spiega Arcuri.

E non c'è solo il Contratto di Sviluppo, come strumento per sostenere gli investimenti delle imprese. "Stiamo per rimettere a disposizione la legge 181/89 per il rilancio delle aree colpite da crisi industriali e e di settore" ma anche per "alcune aree del Paese che necessitano di aiuto per lo sviluppo, sottolinea l'ad di Invitalia. In quel caso, per quelle aree concertate con le regioni, si svolgerà un'attività a sportello per le imprese che vogliono investire in quel territorio". Nel primo quadrimestre dell'anno, aggiunge Arcuri, "la legge, dopo la conclusione della riforma, dovrebbe essere a disposizione degli investitori".

Le aree terremotate del Centro Italia, precisa ancora l'ad di Invitalia, "sono state inserite nelle aree di crisi complesse e quindi potranno beneficiare degli strumenti previsti dalla 181. Per la prima volta il Governo ha lavorato parallelamente puntando alla ricostruzione delle aree colpite ma anche allo sviluppo prevedendo incentivi alle imprese che vogliono investire in quelle aree per ridare e sviluppo e occupazione".

Il piano, sottolinea ancora Arcuri, "prevede alcune operazioni di implemento e di correzione del perimetro del gruppo".

In particolare Invitalia punta in particolare a gestire un Fondo per lo Sviluppo e ad acquisire una Banca per lo Sviluppo per supportare con maggiore efficacia le politiche per la crescita. E proprio in quel quadro si inserisce l'accordo per il trasferimento di Banca del Mezzogiorno-Medio Credito Centrale a Invitalia. Il perfezionamento dell'operazione è previsto entro i prossimi tre mesi, subordinatamente all'approvazione da parte del ministero dello Sviluppo economico, della Banca d'Italia e della Bce.

Ma non solo. Invitalia punta anche a cedere alcune attività tra cui il Fondo Nord Ovest e Italia Turismo. "Italia Turismo è tra le aziende che usciranno dal perimetro del gruppo. Pensiamo che nel primo trimestre dell'anno riusciremo ad avviare la procedura pubblica di vendita", sottolinea Arcuri. "Siamo abbastanza ottimisti" che questa operazione possa interessare il mercato, sottolinea dal canto suo Tesauro.

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