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Piano pandemico, Gdf a ministero Salute e sede Iss

14 gennaio 2021 | 10.48
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Acquisizione di documenti per verificare se il piano pandemico nazionale del 2017 sia stato un semplice copia e incolla di quello del 2006. Fiamme gialle anche in Regione Lombardia e Ats di Bergamo

Piano pandemico, Gdf a ministero Salute e sede Iss

Guardia di finanza al ministero della Salute e nella sede dell'Istituto superiore di sanità, a Roma, per acquisire documenti sull'ultimo Piano pandemico nazionale, al centro delle polemiche per il mancato aggiornamento, nel corso dell'inchiesta della Procura di Bergamo. L'acquisizione di documenti per verificare se il piano pandemico nazionale del 2017 sia stato un semplice copia e incolla di quello del 2006. Le Fiamme gialle stanno acquisendo dati anche in Regione Lombardia e presso la Ats di Bergamo e la Asst di Bergamo est.

La perquisizione per ''verificare se il piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale sia stato aggiornato, attivato e applicato in ogni suo aspetto, come pure il piano pandemico regionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale secondo le indicazioni del ministero della salute di Regione Lombardia''.

Nel documento visionato dall'Adnkronos i pm ritengono che vada anche verificato ''se il piano nazionale sanitario in risposta a un'eventuale emergenza pandemica da Covid-19, la cui bozza è allegata al verbale del Cts del 2.3.2020, sia stato deliberato e applicato''. E ancora la Procura ritiene che occorra verificare ''quali provvedimenti sono stati adottati a seguito degli scenari formulati e illustrati dal dottor Stefano Merler nella riunione del Cts del 12.2.2020''.

Secondo i pm ''è necessario ai fini di svolgere gli opportuni e indispensabili approfondimenti investigativi acquisire ulteriori elementi di valutazione inerenti la gestione dell'emergenza sanitaria Sars Cov2 presso il ministero della Salute, la Regione Lombardia, la Asst Bergamo Est, la Ats di Bergamo e presso il presidio ospedaliero di Alzano Lombardo e alle interlocuzioni con la stessa Regione Lombardia, con il ministero della Salute, con l'istituto superiore di sanità e con il Comitato Tecnico scientifico''.

Perquisizione informatica, sempre secondo quanto emerge dal documento visionato dall'Adnkronos, per acquisire ''conversazioni, immagini, file audio, documenti e quanto'altro'' nei confronti di Giuseppe Ruocco all'epoca direttore generale e attualmente segretario generale del Ministero della Salute, di Claudio D'Amario, già direttore della direzione generale Prevensione, Francesco Paolo Maraglino, dell'ufficio V della direzione generale della prevenzione sanitaria, Anna Caraglia dell''Ufficio 1 -Affari generali e segreteria tecnico-organizzativa e di Filomena Pistacchio, dell'ufficio di Gabinetto del ministro della Salute''. In particolare si si chiede l'acquisizione ''dal 5.1.2020 data dell'alert gobale diramato da Oms alla data di esecuzione del presente decreto''.

La Task force, istituita dal ministero della Salute, ha chiesto alla fine di gennaio di adeguare le metodologie del piano pandemico alle linee guida dell'Oms. ''Precisamente -scrivono i pm- le dichiarazioni verbalizzate del dott. Giuseppe Ippolito, dell'Istituto nazionale malattie infettive dello Spallanzani di Roma, che aveva evidenziato l'opportunità di ''riferirsi alle metodologie del Piano pandemico di cui è dotata l'Italia e di adeguarle alle linee guida appena rese pubbliche dall'Oms'''.

Sarebbe falso secondo i Pm di Bergamo che al presidio ospedaliero di Alzano lombardo sin dal 23.2.2020 ''non appena avuto il sospetto e la successiva certezza della positività al tampone siano state immediatamente adottate le misure previste'' così come attestato da Roberto Cosentina ex direttore sanitario presso ASST Bergamo Est nella nota del 28.2.2020 indirizzata ad Ats Bergamo. E' quanto emerge dal decreto di perquisizione locale e informatica della procura di Bergamo visionato dall'Adnkronos ed emesso nell'ambito dell'inchiesta nata sulla mancata Zona rossa del Comune. ''Circostanza -scrivono i pm- rivelatasi falsa stante l'incompleta sanificazione del Ps e dei reparti del presidio ospedaliero lombardo''.

''Appunti, ogni tipo di documento, anche non protocollato e file relativi al piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale dal 2006 in poi; appunti, ogni tipo di documento, anche non protocollato, e file relativi al piano nazionale sanitario in risposta a un'eventuale emergenza pandemca da Covid 19 del febbraio/marzo 2020; appunti, ogni tipo di documento, anche non protocollato, e file relativi alle riunioni della task force, compresi do atti di istituzione''. Questo l'ordine di esibizione di atti e documenti visionato dall'Adnkronos emesso dalla Procura di Bergamo ed eseguito dalla Gdf nei confronti di Giuseppe Ruocco, Francesco Paolo Maraglino Anna Caraglia e Filomena Pistacchio, del ministero della Salute. Acquisire presso Regione Lombardia, richiedono i pm di Bergamo, "ogni tipo di documento e file relativi al piano regionale di preparazione risposta a una pandemia influenzale dal 2006 al 30/6/2020, alla sua eventuale revisione, nonché alla sua attuazione dal 5/1/2020 al 30/6/2020". E ancora acquisire “ogni disposizione o protocollo per la gestione del personale medico-sanitario venuto a contatto con i positivi o presunti tali, nonché riguardo la gestione dei contatti con i positivi o presunti tali, dal 5/1/2020 al 30/6/2020" e "ogni tipo di documento e file relativi alle riunioni di unità di crisi, dalla prima riunione al 30/6/2020”. L’ordine di esibizione è firmato dai pm Maria Cristina Rota, Giulio Schininà, Silvia Marchina, Fabrizio Gaverini e Paolo Mandurino. Il reato contestato è epidemia colposa.

Non sarebbe vero, secondo i pubblici ministeri, che sin dal 23 febbraio scorso ad Alzano Lombardo, dopo le prime due segnalazioni relative a casi di Coronavirus, siano stati fatti tamponi a tutti, pazienti con sintomi e senza sintomi, a operatori e a tutto il personale. Lo contestano i pm di Bergamo a Francesco Locati, dirigente dell'Asst di Bergamo Est nelle relazioni dell'8.4.2020 e del 10.4.2020 redatte su richiesta verbale e scritta dal direttore generale Welfare di Regione Lombardia e trasmesse a Cajazzo e Gallera. Nel decreto di perquisizione sono tre i punti contestati al dirigente, ed esattamente quando spiega che nel breve lasso di tempo in cui il presidio ospedaliero di Alzano è stato chiuso il 23.2.202 ''si è provveduto alla sanificazione degli ambienti con l'adozione di tutte le misure previste dal protocollo vigente specifico per pulizia e sanificazione Covid-19''; che ''dalle prime due segnalazioni'' e dunque già dal 23.2.2020 sono stati fatti i tamponi ''a tutti i pazienti con sintomatologia respiratoria e anche a tutti i pazienti ricoverati indipendentemente dalla sintomatologia [...] agli operatori sono stati fatti tamponi partendo dai contatti stretti sintomatici, poi a tutti i contratti stretti anche asintomatici e infine a tutto il personale presente''; che già dal 23.2.2020, ''il Ps [di Alzano Lombardo] prevede un percorso d'accesso separato per i pz sospetti Covid''. "Circostanze - concludono i pm- queste pure rivelatesi false in relazione agli esiti delle indagini sinora condotte in Seriate il 28.2.222020, l'8.4.2020 e il 10.4.2020".

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