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Piazza Affari chiude in calo

07 aprile 2014 | 18.45
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Piazza Affari chiude in calo

Piazza Affari, reduce da due sedute consecutive in robusto rialzo, che avevano portato gli indici guida a nuovi massimi dalla primavera 2011, storna in avvio di ottava, insieme alle consorelle europee e a Wall Street. A schiacciare il listino milanese sono le prese di profitto su banche, finanziari e assicurazioni, settori che avevano toccato nuovi massimi pluriennali nella scorsa settimana. Anche Oltreoceano i trader, in una giornata povera di dati macroeconomici, sono impegnati a incassare i profitti, dopo che sia il Dow Jones che lo S&P 500 hanno segnato nuovi record la settimana scorsa. Prosegue in netto calo il Nasdaq, dopo la caduta di venerdì scorso. A Milano Ftse Mib 21.988,34 punti (-0,84%), All Share 23.457,88 punti (-0,77%). Restano a livelli consistenti gli scambi, per tre miliardi di euro di controvalore, rispetto a 3,56 miliardi nella seduta di venerdì. Su 326 titoli in negoziazione oggi, 123 hanno chiuso in rialzo, 189 in calo e quattordici invariati. Lo spread Btp-Bund decennale chiude a 165 punti, perfettamente allineato con il differenziale tra il decennale spagno e quello tedesco, in lieve rialzo dai 163 della chiusura di venerdì scorso. In calo Yoox e diversi bancari sul Ftse Mib.

Negative le altre borse europee, in particolare Francoforte, dove il Dax chiude a 9.510,85 punti (-1,91%); a Zurigo Smi 8.405,1 punti (-1,15%); a Londra Ftse 6.622 punti (-1,09%); a Parigi Cac 4.436 punti (-1,08%); ad Amsterdam Aex 404 punti (-0,84%); a Lisbona Psi 20 7.614 punti (-0,74%); a Bruxelles Bel 20 3.127 punti (-0,69%); a Madrid Ibex 10.606 punti (-0,66%). A New York, intanto, Dow Jones -0,83% e Nasdaq -1,07%.

"La correzione - spiega Filippo Diodovich, market srategist di Ig - è ancora da considerare fisiologica a seguito del forte movimento rialzista mostrata dai minimi di febbraio, che ha aperto la porta alle prese di beneficio da parte degli operatori. In assenza di importanti dati macroeconomici l'attenzione degli investitori sarà rivolta soprattutto alla stagione delle trimestrali Usa. Martedì si partirà come di consueto con il colosso dell'alluminio Alcoa (alla chiusura delle contrattazioni delle piazze azionarie). In settimana avremo poi anche JpMorgan Chase e Wells Fargo". "In Europa - continua Diodovich - è lievemente diminuita l'euforia sul possibile lancio di un piano di quantitative easing da parte della Bce. Siamo abbastanza scettici su una partenza a breve di un programma (secondo indiscrezioni da mille miliardi di euro) di tale portata. Crediamo che serviranno dati macroeconomici in flessione per convincere anche i membri piu' conservatori del Governing Council a promuovere un piano di stimoli monetari". "Tenendo conto del mandato della Bce (la stabilità dei prezzi) - conclude lo strategist - sarà fondamentale seguire la pubblicazione delle cifre sull'inflazione che saranno annunciate il 30 aprile (stime preliminari). Un ennesimo calo dell'indice dei prezzi al consumo sarà la condizione necessaria per avviare il piano di Qe che potrebbe essere lanciato anche dal meeting della Bce dell'8 maggio. Ricordiamo come già molti Paesi soprattutto dell'Europa periferica siano in una situazione di deflazione".

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