Chiusura ai minimi intraday per le borse europee, spinte al ribasso nel corso della seduta dalle indicazioni relative l’andamento dell’inflazione di Eurolandia, salita a maggio al nuovo massimo storico dell’8,1%.
Ad incrementare le tensioni sui prezzi al consumo c’è anche il prezzo del petrolio, tornato a 120 dollari il barile dopo l’embargo varato dalle autorità europee sulle importazioni via mare (75%) del petrolio russo. Il petrolio che arriva tramite l’oleodotto «Druzhba» (25%) non sarà oggetto di embargo.
Il Ftse Mib ha così chiuso la seduta a 24.510,64 punti, -1,2% rispetto al dato precedente, a causa delle performance di Enel (-1,91%), di Leonardo (-2,24%) e di Ferrari (-4,3%), con quest’ultima che ha annunciato di aver completato la sesta tranche del programma di acquisto di azioni proprie.
Nel comparto bancario Bper Banca ha segnato un +1,7%, Banco Bpm un +0,19% ed UniCredit è scesa dello 0,15% nonostante il rumor secondo cui i requisiti prudenziali a carico di Piazza Gae Aulenti potrebbero essere rivisti al ribasso.
La performance migliore sul paniere delle blue chip è stata registrata da Telecom Italia (+2,9%) dopo il protocollo di intesa non vincolante relativo al progetto di integrazione tra le reti di Tim e Open Fiber. L’andamento del petrolio ha permesso ad Eni (-0,01%) di schivare le vendite.
Per quanto riguarda i titoli di Stato, lo spread Btp-Bund ha registrato un rialzo di quasi un punto percentuale a 195 punti base. (in collaborazione con Money.it)