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Borsa: Trump spinge i mercati, Milano sale dell’1%

26 agosto 2019 | 18.11
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(Fotogramma)
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Da quando è presidente, Trump ha da sempre ricoperto il ruolo di market mover. E la seduta di oggi, se mai ce ne fosse bisogno, è lì a confermarlo. Dopo la debolezza iniziale legata all’inasprimento delle tensioni sull’asse Pechino-Washington, i listini europei hanno ripreso a correre in scia del nuovo riavvicinamento tra le prime due economie mondiali.

Dopo i dazi cinesi su 75 miliardi di “made in Usa” e la minaccia statunitense di un inasprimento delle tariffe, oggi l’inquilino della Casa Bianca ha rassicurato i mercati su un imminente ripresa delle trattative con le autorità cinesi. “La Cina ha contattato la scorsa notte i nostri negoziatori per il commercio e ha chiesto di tornare al tavolo delle trattative, cosa che faremo. Penso che vogliano fare qualcosa”, ha detto il presidente statunitense. “Capiscono che questa è la cosa giusta da fare e ho grande rispetto per questo”.

A livello di singoli listini, una delle performance migliori in Europa è stata registrata da Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato in rialzo dello 0,99% a 20.676,83 punti. Oltre che dalle questioni commerciali, l’attenzione degli operatori a Piazza Affari è catalizzata dall’evolversi della crisi di governo. Domani alle 16 è previsto l’avvio delle consultazioni mentre per dopodomani è in calendario l’incontro del presidente della Repubblica Sergio Mattarella con i gruppi parlamentari del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. In attesa di novità, lo spread in avvio di settimana si è confermato a 200,2 punti, +0,15% rispetto al dato precedente.

La tenuta differenziale di rendimento Italia-Germania ha spinto il comparto bancario, all’interno del quale UniCredit ha terminato in rialzo dell’1,45%, Intesa Sanpaolo ha segnato un +1,93% e Banco BPM ha chiuso con un +1,44%.

Denaro anche su Enel (+1,72%), che ha annunciato di aver avviato la costruzione dell’impianto solare più grande del Cile. Anche grazie a un +7,5% negli ultimi tre mesi, le azioni del colosso energetico guidato da Francesco Starace rispetto a un anno fa valgono il 41,8% in più.

Fuori dal listino principale segnaliamo il +1,4% di Mediaset nel giorno in cui Vivendi ha presentato ricorso per preservare il suo diritto a partecipare ed a votare nel corso della prossima assemblea. “Vivendi –si legge in una nota della media company francese- ha presentato una richiesta al Tribunale di Milano diretta ad ottenere un provvedimento urgente idoneo a tutelare il diritto di partecipare e votare, con le azioni a lei intestate (pari al 9,99% dei diritti di voto), all’assemblea straordinaria degli azionisti di Mediaset del 4 settembre 2019”. Vivendi ha detto “di voler votare contro la proposta di fusione di Mediaset con Media for Europe (MFE)”. Il no all’operazione è dovuto alla valutazione dei diritti “che sarebbero riconosciuti, o negati, agli azionisti di minoranza, e a Vivendi in particolare, dal proposto statuto di MFE”. (in collaborazione con money.it)

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