Borse europee contrastate a metà seduta dopo il calo generalizzato seguito alla pubblicazione dell'indice Zew tedesco, sceso a febbraio a sorpresa a 55,7 punti dai 61,7 punti del mese precedente. Milano, in attesa di Wall Street che stando ai future sui principali indici dovrebbe cominciare la seduta in leggero rialzo, guadagna lo 0,23% a 20.505 punti. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è in discesa a 190 punti rispetto all'avvio sui 194 punti.
Tra i listini del Vecchio Continente, girano al rialzo sia Francoforte che Londra: il Dax segna +0,20% a 9.766 punti; il Ftse 100 +0,45% a 6.766 punti. In Germania, record di occupati nel quarto trimestre. Secondo i dati preliminari dell'Ufficio federale di statistica, l'indice ha toccato i massimi di sempre nel quarto trimestre dello scorso anno con un incremento dello 0,6%. Nel Regno Unito, l'inflazione tendenziale è scesa dal 2% di dicembre all'1,9% di gennaio. I prezzi al consumo hanno registrato, a gennaio, un calo dello 0,6% rispetto al mese precedente dopo un +0,4% a dicembre.
Tra i listini, Madrid rimane la Borsa peggiore: l'indice Ibex perde lo 0,59% a 10.058 punti. Parigi è invariata a metà seduta, mentre Amsterdam guadagna lo 0,24%. Lisbona e Bruxelles segnano rispettivamente +0,06% e +0,23%.
Scenario in netto miglioramento a metà seduta per i titoli del Ftse Mib. Telecom Italia ruba la scena a Intesa Sp e Ubi Banca: il titolo del gruppo telefonico, sostenuto dal report positivo di una banca d'affari, è il migliore del listino, segnando +1,57% a 0,87 euro.
Restano in testa all'indice Intesa Sp (+1,46%), Bpm (+0,99%) e Ubi Banca (+1,30%) dopo che la banca d'affari Société Genérale ha promosso gli istituti a 'Buy'. Stessa raccomandazione è toccata a Unicredit che registra però una perdita dello 0,75%.
Sempre per quanto riguarda il comparto bancario, in coda al listino milanese c'è Mps (-1,15%), mentre Mediobanca è in rialzo dello 0,95%. Male per il comparto lusso: Salvatore Ferragamo perde l'1,34%, Tod's cede lo 0,20%, Yoox lo 0,36%. In rosso anche Luxottica (-0,20%). Vendite su Fiat, invece, dopo i dati sulle immatricolazioni in Europa a gennaio (-0,33%).
