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Piazza Fontana, legale Valpreda: "Pista anarchica fu scelta politica"

12 dicembre 2019 | 17.50
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Rossella Guadagnini
"Fu una scelta politica quella di andare verso la pista anarchica". Non ha dubbi l’avvocato Guido Calvi, interpellato dall’Adnkronos, che assunse la difesa di Pietro Valpreda, anarchico che fu coinvolto nel procedimento giudiziario per la strage di Piazza Fontana, dal quale uscì poi assolto. "Nel 1969 ci furono 20 attentati in Italia: 17 di questi furono attribuiti alla cellula dei neofascisti di Treviso. Malgrado tutto ciò, quando esplose la bomba nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano, le indagini furono indirizzate subito verso gli anarchici, non verso i neofascisti".

"Rispetto a 50 anni fa, al tempo della strage di Piazza Fontana, è stato fatto molto nei confronti del sistema repressivo del Paese. Da Milano a Catanzaro c’era una classe politica rozza e incapace: si disse che Milano era ingovernabile. Ma c‘era anche una magistratura esemplare. Se siamo riusciti a uscire dalla strategia della tensione è perché ci sono stati giudici coraggiosi e giornalisti altrettanto coraggiosi. Lentamente anche l’opinione pubblica è cambiata, è divenuta più consapevole". "Il comandante della Resistenza Sandro Pertini - ricorda ancora Calvi - allora presidente della Camera, arrivò a Milano in visita ufficiale e non volle stringere la mano pubblicamente al questore Marcello Guida, che era stato direttore del carcere di Ventotene, dove Pertini era al confino, ma non per questa ragione, quanto per il sospetto che egli fosse tra i responsabili della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. L'Italia - conclude - è un paese molto singolare dal punto di vista della giustizia. Noi, ad esempio, abbiamo regolarmente processato i terroristi, mentre in Germania i terroristi sono morti in carcere e in Spagna hanno avuto processi militari".

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