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Picaro: "Lo sport in Costituzione può servire a promuovere un valore"

24 maggio 2023 | 11.52
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"L'ingresso dei valori dello sport nella nostra Carta costituzionale è senza dubbio una svolta da salutare con grande favore. Certo, come ha ben scritto anche il costituzionalista Tommaso Frosini sulle colonne de 'Il Mattino', ogni intervento di modifica della Costituzione merita ponderazione e prudenza, ma credere che il diritto sia immodificabile, eterno e astorico è atteggiamento formalista, miope rispetto alla necessità di adeguare il piano normativo alle istanze emergenti e all'evoluzione delle dinamiche relazionali, sociali ed economiche. La scienza giuridica è scienza sociale e quando ignora i bisogni della comunità finisce per tradire la sua principale funzione. Ora, in un contesto di progressivo isolamento, dovuto, tra l'altro, all'uso massivo e incontrollato della tecnologia e alle evidenti storture nel funzionamento dei meccanismi di integrazione a vari livelli, insistere sulla diffusione di strumenti di inclusione diventa indispensabile". Così il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, Raffaele Picaro, spiega l'importanza dell'ingresso nella Costituzione dei valori dello sport.

"Ogni progetto di costruzione di un vero benessere condiviso deve puntare alla lotta alla inattività e alla dispersione scolastica, alla marginalizzazione dei fenomeni diffusi di bullismo, di avversione alle diversità e di criminalità giovanile, al miglioramento delle possibilità di inclusione, per offrire prospettive di crescita e una più congrua distribuzione delle opportunità di conoscenza e realizzazione delle aspirazioni individuali -prosegue Picaro sulle colonne de 'Il Mattino'-. Di questo sembra prendere atto la recente proposta di modifica dell'art. 33 della Costituzione, per il riconoscimento del 'valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme'. Non s'intende introdurre un diritto nuovo, quello allo sport. Nessuna inedita fatti- specie giuridica. La norma servirebbe piuttosto a promuovere un "valore" che assume oggi un peso maggiore che in passato, e che ha a che fare con le possibilità di recupero della coscienza di sé e delle proprie potenzialità, di sostegno alle fragilità e alle carenze emotive e relazionali, di prevenzione delle illegalità. È indubbio che oggi lo sport costituisca strumento per la formazione delle personalità, a completamento del ruolo svolto dalla famiglia e dalla scuola, già og- getto di esplicito riconoscimento costituzionale".

"Attribuire centralità alla funzione sociale ed educativa dello sport consente di aggiungere un tassello a quel disegno ordinamentale che affida priorità di attenzione alla tutela della persona, come singolo e nel rapporto con l'altro, in attuazione degli articoli 2 e 3 della Costituzione -prosegue Picaro-. Questi il senso e l'utilità della proposta normativa, che, accanto a un maggiore impegno da parte del legislatore, come prospettato proprio dall'intervento del prof. Tommaso Frosini, rappresenta la necessaria e forse tardiva reazione all'oggettivo intensificarsi delle criticità del tessuto sociale. Non si tratta, insomma, dell'ennesi- ma moda del momento. Ma del- la risposta all'urgenza di offrire un supporto a giovani disorientati, intrappolati nelle maglie del tessuto sociale, vittime di contesti nei quali sembra non esserci alternativa alla delinquenza, emarginati perché portatori di diverse abilità o appartenenti a una diversa etnia. Negare la portata innovativa della riforma sul duplice presupposto della formulazione dell'articolo 117 della Costituzione (che riguarda soltanto il riparto di competenze tra Stato e Regioni), e della riconducibilità dell'attività sportiva ad altri principi già riconosciuti, vorrebbe dire privare di autonoma dignità un valore fondante della comunità sociale, e rievocare la risalente prospettiva del processualista Carlo Furno che, nel 1952, affermava "la intrinseca totale incompatibilità" tra sport e diritto".

"La riformulazione dell'art. 33 può rappresentare, invece, un primo importante passo verso l'attesa riforma dello sport, che meriterebbe, in vero, una regolazione seria e di sistema, dal ripensamento della tutela del lavoratore sportivo, specie in ambito dilettantistico, all'abbatti- mento di ogni barriera architettonica e alla messa in sicurezza dell'impiantistica esistente (come da Pnrr), alla creazione di un portale nazionale che faciliti l'individuazione delle strutture e delle associazioni esistenti sul territorio, e, non ultimo, alla promozione di campagne d'educazione allo sport e a uno stile di vita sano, con il coinvolgimento di atleti professionisti che si facciano testimoni delle opportunità che soltanto il sacrificio e la condivisione possono offrire", conclude.

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