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Piemonte: Asl Alessandria, ipertrofia prostata sconfitta da laser verde

24 marzo 2014 | 17.31
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Alessandria, 24 mar. (Adnkronos Salute) - L'Urologia dell'ospedale San Giacomo di Novi Ligure è tra gli 8 centri all'avanguardia in Piemonte per l'utilizzo di 'Greenlight laser', la nuova metodica in arrivo dagli Stati Uniti ad oggi disponibile solo in una quindicina di ospedali italiani. Greenlight è stata presentata un mese fa all'ospedale Molinette di Torino come la nuova frontiera della chirurgia mininvasiva, in grado di risolvere con basso grado di invasività anche l’ipertrofia prostatica benigna.

L'ingrossamento della prostata (Ipb) è un disturbo che colpisce circa l'80% degli italiani sopra i 50 anni. "E' una patologia molto diffusa negli uomini dopo i 40 anni - spiega Franco Montefiore, direttore dell'Urologia del S.Giacomo - ed è destinata ad aumentare sempre di più, considerato l'invecchiamento continuo della popolazione. E' una malattia che incide pesantemente sulla qualità di vita a causa dei suoi sintomi, che vanno dalla difficoltà a urinare, alla necessità di farlo più volte nella notte, fino ad arrivare, nei casi più seri, alla completa ritenzione urinaria sulla quale bisogna intervenire in urgenza". L'ipertrofia prostatica benigna determina un ingrossamento della prostata e quando arriva a ostacolare il passaggio dell'urina occorre intervenire per eliminare il tessuto in eccesso.

L'intervento effettuato secondo la chirurgia tradizionale - sottolinea l'Asl Alessandria in una nota - comporta qualche giorno di ricovero con possibili complicanze invalidanti come incontinenza e impotenza. La nuova metodica Greenlight, invece, permette di superare questa impostazione, sfruttando l'azione di un potente laser al triborato di litio che vaporizza con precisione millimetrica solo l'eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in bollicine di vapore. L'intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica e in anestesia spinale. La maggior parte dei pazienti torna a casa il giorno dopo e riprende le normali attività nel giro di una settimana. "Ma c'è di più - continua Montefiore - Questa nuova metodica ci permette di intervenire in sicurezza su particolari categorie di pazienti come i portatori di pacemaker o i pazienti ad alto rischio, come quelli con malattie cardiovascolari e della coagulazione. Ultimo ma non ultimo - conclude il primario - Greenlight ci permetterà di conseguire un triplice risultato: un pronto recupero psicofisico del paziente, la diminuzione dei tempi di degenza e la contestuale riduzione dei tempi di attesa grazie all'incremento del numero di interventi effettuati per questa patologia".

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