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Piemonte, da Palazzo Lascaris ok a nuova legge medicina territoriale

03 marzo 2021 | 15.29
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''Potenziare le forme associative della medicina generale sul territorio vuol dire aprire la strada ad un reale cambio di passo nella programmazione dell’assistenza sanitaria in Piemonte, puntando a un modello di medicina che non è più di attesa, ma di iniziativa, per consentire, nel medio-lungo periodo, una gestione ottimale delle patologie croniche e, nel breve periodo, la tempestiva intercettazione sul territorio dei pazienti sospetti Covid, con conseguente riduzione dell’impatto sugli ospedali''. Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, ha commentato oggi, in Consiglio regionale, l’approvazione della nuova legge sullo sviluppo delle forme associative della medicina generale

''E’ un risultato strategico importante - ha aggiunto - soprattutto perché rilancia e potenzia i provvedimenti già attivati in questi mesi con le medesime finalità, dalla telemedicina alla farmacia dei servizi, dall’accordo quadro sulle cure domiciliari, al nuovo portale salutepiemonte.it sui servizi sanitari digitali della Regione Piemonte. Il tutto con il comune obiettivo di garantire l’uniformità assistenziale a tutti i cittadini piemontesi, superando le differenze territoriali e organizzative''

''L’emergenza sanitaria – ha proseguito Icardi - ha reso drammaticamente evidente quanto sia necessario riportare al centro il ruolo della medicina generale sul territorio. Un obiettivo al quale abbiamo dedicato fin da subito la massima attenzione, fino ad attivare in piena pandemia un apposito gruppo di lavoro coordinato dal professor Ferruccio Fazio che ha prodotto un ventaglio di soluzioni concrete raccolte nella nuova legge''.

''L’investimento di 10 milioni all’anno messo in campo dalla Regione, oltre ai 17,3 milioni di euro già destinati dalla stessa Regione alle attrezzature sanitarie di diagnostica di primo livello a favore dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e all’investimento regionale di 7 milioni di euro stanziati per la telemedicina, dimostra chiaramente che si sta facendo sul serio e che la svolta c’è stata'', ha concluso Icardi.

In dettaglio, la nuova legge riconosce all’assistenza primaria il ruolo cardine dell’assistenza territoriale, potenziando le attuali forme associative di medicina 'di gruppo' e medicina 'di rete' della medicina generale. I medici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio.

In particolare, la modalità di lavoro in gruppo consente le maggiori sinergie ed economicità di scala (per esempio permette di sommare i singoli rimborsi per personale di studio e infermiere e di suddividere le varie spese) e nel contempo offre ai cittadini proposte di medicina proattiva e un medico disponibile per più ore, mattino e pomeriggio.

La modalità di medicina in rete, invece, potrà essere preferibilmente attivata nei territori molto ampi, con popolazione scarsa e ambulatori medici più dispersi, in quanto non prevede l’obbligo di una sede unica, ma consente ai medici di mantenere i loro ambulatori, per non compromettere la capillarità dell’assistenza e favorire l’accessibilità agli assistiti.

Il provvedimento, approvato dall'Aula prevede, per il biennio 2021-2022 uno stanziamento di 10 milioni di euro annui per potenziare le attuali forme associative e Imedici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, il 60 per cento dei medici potrà disporre di personale di segreteria (oggi sono il 43%) e il 40 per cento di personale infermieristico (oggi sono il 19%). Si prevede inoltre che la Regione adotti un Piano di assistenza territoriale con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per implementare i servizi territoriali e domiciliari.

Il disegno di legge ha visto oggi la discussione di 25 emendamenti presentati dall’opposizione: 16 del Pd, primo firmatario Domenico Rossi, 7 di Luv, primo firmatario Marco Grimaldi, e 2 del M5s, prima firmataria Sarah Disabato. È stato approvato all’unanimità dopo modifiche, l’emendamento presentato dal Pd, per prevedere l’applicazione della clausola valutativa al provvedimento per valutarne, con cadenza biennale, l’efficacia e l’impatto sul territorio.

Durante le dichiarazioni di voto, prima della votazione finale, Rossi (Pd) ha dichiarato la non partecipazione al voto del proprio gruppo sottolineando di “non essere contrario agli obiettivi e alle finalità del provvedimento ma di ritenerlo inadeguato e incompleto. Abbiamo provato ancora oggi a migliorarlo chiedendo di includere anche i pediatri di libera scelta e implementando le borse di studio per la formazione dei medici e siamo contrari al finanziamento della legge con fondi destinati al trasporto pubblico locale”.

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha definito la legge “un passo per rafforzare la medicina territoriale. Un risultato raggiunto grazie all’operato della Commissione e dell’assessore. La pandemia ha messo in evidenza l’anello debole del sistema sanitario regionale e consentire a medici di base e specialisti di riunirsi e confrontarsi è certamente un servizio al Piemonte. Sarà nostro impegno rimpinguare al più presto i finanziamenti al trasporto pubblico locale perché sappiamo quanto il territorio ne abbia bisogno”.

Per Baolo Bongioanni, Fdi, è “quanto mai necessario rafforzare la medicina del territorio perché la pandemia ha messo in luce la necessità di un sistema territoriale in grado di convivere con quello ospedaliero, senza contare che le forme di medicina associate e in rete assicurano una maggiore efficacia ed efficienza delle prestazioni e assicura il passaggio da una medicina d’attesa a una medicina d’iniziativa”.

Grimaldi (Luv) ha definito la legge “incompleta, perché esclude realtà importanti come i pediatri, le borse di studio e le Case della salute e attinge, oltretutto, fondi da voci che dovrebbero essere intoccabili”. Silvio Magliano (Moderati) ha osservato che con “la legge saniamo una mancanza di budget non disponibile quando si cominciò a parlare di Medicina. Bene l’emendamento di minoranza sugli infermieri di comunità. Preoccupa l’assenza di strategia”.

Alessandra Biletta (Fi) ha sottolineato “l’impegno e l’abnegazione dimostrata da tanti medici di famiglia durante la pandemia. L’Assessorato ha svolto un grande lavoro per superare il cortocircuito che si è verificato in tutte le regioni: medicina ospedaliera e medicina territoriale devono essere le due gambe su cui si regge il sistema e la crisi ha offerto la possibilità di cambiare volto alla Sanità piemontese. Auspichiamo un provvedimento analogo anche per i pediatri e per rimediare ai vuoti lasciati dai pensionamenti dei medici di base”.

Per Disabato “il M5s ha dato il proprio contributo in Commissione e in Aula per rendere il provvedimento più aderente alle necessità del territorio. Questa legge non può essere considerata un tassello importante per la riorganizzazione della medicina territoriale perché molte delle proposte fatte per migliorarla non sono state prese in considerazione. Togliere risorse al trasporto pubblico locale è un rischio”.

Infine, per Francesca Frediani (M4o) “la discussione è parzialmente mancata perché la maggioranza è intervenuta poco e ha dato l’impressione che i provvedimenti siano in qualche modo già ‘scritti’ e c’è pochissimo margine per il confronto”. Al termine della seduta è iniziata la discussione degli undici atti d'indirizzo collegati. Quattro sono stati approvati, gli altri verranno votati nella prossima seduta.

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