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Pietro Orlandi: "Accuse a Wojtyla? Papa Francesco ha fatto bene a difenderlo"

16 aprile 2023 | 13.48
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Il fratello di Emanuela Orlandi all'Adnkronos dopo le parole di Bergoglio: "Le uniche accuse a Giovanni Paolo II sono emerse dall'audio di Neroni". Chi è l'ex Banda della Magliana

Fotogramma
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"Papa Francesco ha fatto bene a difendere Wojtyla dalle accuse formulate da Marcello Neroni attraverso un’audio reso pubblico il 9 dicembre scorso dal giornalista Alessandro Ambrosini". Così Pietro Orlandi all'Adnkronos, dopo le parole del Papa su San Giovanni Paolo II "in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate" come ha detto Francesco al termine del Regina Coeli a piazza San Pietro.

"Le uniche accuse nei confronti di Wojtyla sono emerse da quell’audio - prosegue il fratello di Emanuela Orlandi - Per questo ho ritenuto di consegnare quell’audio al promotore di Giustizia in Vaticano Alessandro Diddi affinché indagasse su questo personaggio. Non posso certo io dire se in quell’audio viene detto il vero o il falso. Lo stesso Diddi mi disse che è necessario scavare ovunque. Ma è giusto che Francesco abbia ritenuto difendere Wojtyla da quelle accuse" conclude Pietro Orlandi.

L'AUDIO CHOC SU WOJTYLA - E' stato svelato a dicembre 2022 dal giornalista Alessandro Ambrosini, fondatore del blog Nottecriminale.news, l'audio choc sul caso Orlandi con le accuse a Giovanni Paolo II finito al centro del dibattito. A parlare, come confermato anche oggi da Pietro Orlandi, è l'ex testaccino della Banda della Magliana Marcello Neroni, una conversazione registrata da Ambrosini nel 2009 ma a lungo non divulgata, vista anche la pesantezza delle accuse nei confronti del Vaticano.

Ma chi è Neroni? Oggi ultraottantenne, era considerato un esponente del gruppo dei testaccini, a sua volta diviso tra chi faceva capo a 'Renatino' e chi a Danilo Abbruciati. Lui era un uomo di De Pedis, di cui sarebbe stato socio in una società di slot machine. Venne arrestato nell'ambito dell'operazione Colosseo, la prima maxi retata contro il gruppo criminale romano. Proprio il regista di quel blitz, il giudice Otello Lupacchini, dopo aver ascoltato l'audio, aveva raccontato al Riformista di aver riconosciuto la voce di Neroni: "E' un individuo compromesso con la Banda della Magliana con la vocazione del delatore. Dunque trait d’union fra il sodalizio delinquentesco e i Servizi".

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