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Pil, Ue rivede al rialzo stime Italia: +4,2% nel 2021 grazie anche al Recovery

12 maggio 2021 | 13.03
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Nelle previsioni economiche di primavera, l'esecutivo Ue stima una crescita del Pil italiano del 4,4% nel 2022

(Afp)
(Afp)

La Commissione Europea rivede al rialzo le stime della crescita economica attesa per l'Italia nel 2021 e nel 2022. Nelle previsioni economiche di primavera l'esecutivo Ue pronostica una crescita del Pil italiano del 4,2% quest'anno, rispetto al +3,4% previsto a febbraio, e del 4,4% l'anno prossimo, rispetto al 3,5% previsto in precedenza.

Il miglioramento delle stime è dovuto principalmente, ha spiegato a Bruxelles il commissario all'Economia Paolo Gentiloni, al fatto che ora viene conteggiato l'impatto del piano nazionale di ripresa e resilienza, che in febbraio non era disponibile. Fa ben sperare anche l'accelerazione delle campagne vaccinali nei Paesi Ue, dopo un primo trimestre stentato: finora "oltre il 76% delle persone di 80 anni di età o più sono state vaccinate con almeno una dose", ricorda Gentiloni.

L'impatto di Next Generation Eu conta anche, insieme al miglioramento dell'andamento dell'economia internazionale, per la crescita dell'Eurozona, che viene rivista anch'essa al rialzo, a +4,3% nel 2021 e al +4,4% nel 2022, a fronte del +3,8% per entrambi gli anni atteso solo tre mesi fa.

Anche grazie al Recovery Plan, dunque, l'andamento dell'economia italiana dovrebbe finalmente allinearsi alla media dell'area euro. Per un Paese abituato ormai da molti anni ad indossare la 'maglia nera' nelle previsioni economiche, è anche questa "una notizia", sottolinea Gentiloni. "I dati delle previsioni di primavera - sottolinea il commissario - sono incoraggianti. Per la prima volta dopo un anno, prevale l'ottimismo sulla crescita, rispetto ad una situazione di incertezza".

In Europa l'incertezza, avverte Gentiloni, "c'è ancora. Ma la ripresa non è più un miraggio: è in corso". Ovviamente, ora "dobbiamo evitare errori che potrebbero minarla, in particolare un ritiro prematuro delle misure di sostegno". E' un avvertimento che l'ex presidente del Consiglio ripete ad ogni occasione: il ritiro dei sostegni nazionali all'economia dovrà essere "graduale" e "meditato", perché il rischio è di uccidere la ripresa sul nascere.

Il commissario sa di cosa parla: nel settembre scorso i ministri delle Finanze riuniti nell'Eurogruppo e nell'Ecofin informale, davanti alla crisi economica più profonda del Dopoguerra, già discutevano di come ritirare le misure di sostegno. Salvo poi doversi rapidamente ricredere in ottobre, quando, ai primi freddi, il coronavirus Sars-CoV-2 è tornato a stringere nella sua morsa tutta l'Europa.

Ora la situazione è diversa: l'Europa dispone di 4 vaccini sicuri ed efficaci contro la Covid-19, altri sono in arrivo (il prossimo sarà quello di CureVac) e le campagne vaccinali stanno progredendo. Mentre nell'ultima parte del 2020 e nel primo trimestre del 2021 l'economia europea è stata colpita da una nuova ondata pandemica, che l'ha spinta in "recessione tecnica", sottolinea Gentiloni, i 27 dovrebbero "rimbalzare fortemente quest'anno e l'anno prossimo".

Con i progressi delle vaccinazioni, le restrizioni verranno "progressivamente allentate", consentendo all'economia del Vecchio Continente di "rimbalzare" nel secondo e nel terzo trimestre, quando si farà anche sentire l'impatto della Recovery and Resilience Facility, il cuore di Next Generation Eu. E la crescita continuerà anche "nel quarto trimestre del 2021", contrariamente a quanto avvenuto nel 2020. Sempre che non si faccia l'errore di ritirare anzitempo le misure di sostegno.

Il rovescio della medaglia dei sostegni all'economia, che spaventa i 'rigoristi', è la crescita del debito pubblico: quello dell'Italia sfiorerà il 160% del Pil nel 2021, per poi ripiegare al 156,6% nel 2022. Ma, se nel 2019 l'Italia era uno dei pochi Paesi dell'area euro, insieme a Grecia e Portogallo, ad avere un debito pubblico superiore al 100% del Pil, ora gli Stati in questa condizione sono sette: si sono aggiunti al gruppetto dei vecchi 'Pig(s)' anche Francia, Belgio, Spagna e Cipro.

Pertanto, la clausola generale di salvaguardia, che sospende gli obblighi previsti dal patto di stabilità, rimarrà in vigore "fino alla fine del 2022", ha ribadito Gentiloni. Non per questo Roma potrà dormire sugli allori: nei prossimi mesi e anni, ha avvertito il commissario, la "sfida principale" per il nostro Paese sarà quella di attuare le "riforme" e gli "investimenti" previsti nel piano di ripresa presentato dal governo Draghi.

E' "evidente", ha aggiunto Gentiloni, "non solo il contributo di questi piani alle stime di crescita, ma anche che solo l'attuazione di un piano di questa ambizione può contribuire a rendere questa crescita più prolungata e duratura". In altre parole, le riforme e gli investimenti devono servire anche ad aumentare la crescita potenziale del nostro Paese, da molti anni considerata troppo bassa dai servizi della Commissione.

Intanto, secondo la Dg Ecfin proprio grazie al Recovery Plan l'economia italiana dovrebbe recuperare i livelli precrisi prima del previsto, cioè alla fine del 2022. L'area euro complessivamente considerata dovrebbe varcare quella soglia prima, nel gennaio-marzo del 2022. Per allora il dibattito su come cambiare il patto di stabilità dovrebbe essere avviato.

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