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Pingitore ironizza su chiusura cinema e teatri: ''Tutti al circolo farmaceutico e a merenda al ristorante''

26 ottobre 2020 | 14.31
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'Per non chiamarlo lockdown chiudono tutto, spettacolo è morto'

Pingitore ironizza su chiusura cinema e teatri:  ''Tutti al circolo farmaceutico e a merenda al ristorante''

"Da oggi tutti al circolo farmaceutico (la farmacia, ndr) e a fare merenda al ristorante''. Così, ironico, il patron de 'Il Bagaglino' Pierfrancesco Pingitore all'AdnKronos sulla chiusura dei cinema e dei teatri misura, contenuta nell’ultimo Dpcm per contrastare l’emergenza coronavirus. ''Lo spettacolo è morto -dice- non gliene frega niente a nessuno, quando tu per la seconda volta chiudi i teatri non si può 'riparare' nulla, è inutile che continuano a dirlo''. Poi parla anche delle chiusure dei ristoranti alle 18: "Ma quale è il ristorante che lavora fino alle 18? Che fa le merende? Questa è un’altra idiozia! I ristoranti lavorano principalmente la sera, non ci sono neanche i turisti, la gente che va a mangiare a mezzogiorno è solo una piccola minoranza di popolazione''. Pingitore lancia quindi una frecciata direttamente al presidente del Consiglio: "Conte si informi sull’esistenza di un luogo dove attori stanno su un palcoscenico e gli spettatori stanno in platea anche se distanziati. Dovrebbe capire cosa sono questi luoghi perché evidentemente non ne ha contezza. Sennò non si spiega questo disinteresse totale''.

''Non si capisce cosa c’entrano i cinema e i teatri perché se ci sono posti in cui è difficile che possa diffondersi il virus sono proprio questi due luoghi -afferma- dove è stata applicata la direttiva che ci hanno imposto in maniera molto rigida: due posti di distanziamento tra un posto e l’altro, alcuni teatri hanno messo addirittura dei divisori in plexiglass -tiene a precisare- e un teatro che ha una capienza di 300 posti è obbligato ad occuparne massimo 110/120, quindi perché chiuderli?''. "I cinema e i teatri non ci sono -continua- i bar e i ristoranti sono tutti chiusi, allora ditelo che c’è il coprifuoco e fate prima. Per non chiamarlo 'lockdown' chiudono tutto e allora uno cosa fa se non c'è niente? Va in giro di notte da solo? Speriamo che almeno nei circoli farmaceutici proiettino qualcosa di interessante'', dice ironico.

Pingitore afferma di non capire con quali criteri sia stato fatto il Dpcm: "E allora gli autobus? -sottolinea Pingitore- La prima da cosa da fare sarebbe stata quella di capire quali sarebbero stati i veri luoghi di contagio e prendere provvedimenti. Tra questi, ed è evidente, ci sono i mezzi di trasporto pubblici, si vedono autobus pieni di gente accalcata. Per non parlare delle scuole -incalza Pingitore- Faranno l’insegnamento a distanza per le scuole superiori ma i ragazzini invece? Non si possono contagiare? I ragazzi più grandi che hanno maggiore coscienza sono esclusi dall’insegnamento dal vivo mentre i ragazzini di 12 o 13 anni che necessitano di maggiore guida e che prendono i mezzi pubblici più affollati possono andare in classe liberamente? Loro (il Governo, ndr) colpiscono nel mucchio e fanno vittime che non lo meritano. Chiudono e tanti saluti. Le proteste ci sono perché la gente è esasperata -conclude Pingitore- ci sono persone che non hanno più i soldi per mangiare, qui, in teatro, ci sono attori che non lavorano da un anno. Anche i tecnici e tutta la gente che ruota intorno al cinema e al teatro non sa più come vivere''.

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