"Piove ancora, speriamo che il fiume questa volta tenga". E' quanto si augura don Mazzi, a capo della fondazione Exodus, gravemente danneggiata dagli alluvioni degli ultimi giorni sul milanese. "Sabato pomeriggio - racconta lo stesso don Mazzi - il Lambro è entrato di nuovo e con maggiore violenza nella nostra casa, scorrendo a grande velocità nel nostro cortile e vialetti interni, raggiungendo gli interni nonostante i sacchi di sabbia. Solo stanotte è rientrato nel suo letto naturale".
Stamattina "ci siamo rimboccati le maniche con l’aiuto dei volontari e di alcuni ragazzi venuti dalle nostre sedi Exodus vicine, per cercare di ripulire dall’acqua, dai detriti e dal fango gli uffici e i vari ambienti dedicati alla comunità (camere, lavanderia, sala lettura, cappella…). Ma è dura... soprattutto per i nostri ragazzi che abbiamo trasferito in altre strutture di Exodus", spiega.
(Adnkronos) - Speriamo, si augura don Mazzi "che a rimboccarsi le maniche non siamo solo noi, ma anche le istituzioni, con interventi strutturali e definitivi in tempi brevi. Siamo ancora in stato di allerta: oggi dovrebbe arrivare un'altra perturbazione, ma speriamo di non subire una terza esondazione in un sei giorni. Quando tutto questo sarà finito, riprendere il ritmo di vita della comunità sarà lungo e faticoso. Ma necessario, soprattutto per i ragazzi".
Il religioso non dimentica di ringraziare "tutti quelli che in questi giorni ci hanno inviato messaggi di supporto tramite i social e per telefono, e aiuto in diverse forme. E’ importante sentire la solidarietà e la vicinanza degli amici in un momento in cui la rabbia e la sfiducia sono in agguato. Noi spaliamo fango da giorni e continueremo ancora fino a quando la nostra Cascina non tornerà bella come prima”.