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Piovella (Soi): "Con la pandemia l'oculistica è sempre più la cenerentola del Ssn"

15 febbraio 2022 | 19.28
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“Ogni anno 7mila medici oculisti italiani visitano 20 milioni di pazienti, eseguono 1 milione di interventi chirurgici salva-vista, quindi salvavita, e si impegnano ad erogare 1 milione di iniezioni intravitreali per combattere la maculopatia e impedire così che migliaia di persone perdano la vista. In sintesi, salviamo la vista a 1 milione e 300mila persone ogni anno. Tuttavia, a causa della troppa burocrazia l’oculistica è ormai considerata la cenerentola del Ssn. Una situazione che si è deteriorata a causa del Covid-19. Con la pandemia questa specializzazione è posizionata tra le assistenze di tipo elettivo non salvavita e, di conseguenza, non prioritaria. Un grave errore, figlio della burocrazia. Politica e istituzioni devono ascoltarci”. Il monito arriva da Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana (Soi), preoccupato dall’impatto che l’emergenza sanitaria ha avuto sui reparti di oculistica.

“Durante la pandemia – ricorda Piovella - le divisioni di oculistica sono state inattive, chiuse. Risultato? Trecentomila cataratte non sono state effettuate, di conseguenza negli ospedali pubblici l’attesa per questo intervento è ormai di 3 anni. Attualmente lavoriamo al 60% ma così si allunga la lista di attesa senza possibilità di smaltire l’arretrato, impossibile recuperare”.

A gravare sull’assistenza “c’è il peso della burocrazia” aggiunge il numero uno di Soi che afferma: “L’assistenza oculistica è penalizzata da inadeguati modelli organizzativi economici finalizzati al solo contenimento della spesa, indipendentemente dall’efficacia e dalla qualità delle cure e da valutazioni politico-burocratiche basate sulla non conoscenza del problema". Risultato? “La chirurgia della cataratta – sottolinea Piovella -, che rappresenta l’83% dell’attività di un reparto di oculistica, in 20 anni è passata da un rimborso di 2.500 euro a soli 700 euro, con una riduzione del 70%. Nello stesso periodo il costo necessario per l’adozione di nuove tecnologie digitali atte a rendere più sicuro l’intervento per ottenere i migliori risultati visivi è aumentato del 300%".

Il contenimento della spesa "è diventato cogente - ricorda l'esperto - . In Lombardia, ad esempio, è così totalizzante da prevedere per motivi economici l’eliminazione del medico anestesista dall’equipe chirurgica: è una decisone burocratica e amministrativa poco ragionevole, sbagliata e contraria ad ogni situazione di sicurezza. Un quadro aggravato con l’esplosione della pandemia da Covid-19”.

Infine: “L’oculistica è importante – conclude Piovella - interessa 60 milioni di italiani perché ogni persona che vede bene può trovarsi nella difficoltà, senza rendersene conto. Noi non pretendiamo corsie preferenziali però la politica deve darci ascolto. Siamo passati dall’essere una specializzazione non tecnologica a una specializzazione con la più alta tecnologia digitale oggi esistente, ancora di più della Neurochirurgia. Abbiamo rivoluzionato la diagnostica per immagini, strumenti ultratecnologici ci danno la precisione di un millesimo di millimetro, ma pochi pazienti usufruiscono di questi moderni strumenti”.

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