Scritte contro don Luigi Ciotti e le forze dell'ordine sono comparse questa mattina sul muro della sede del Vescovado di Locri, dove in questi giorni è in corso la manifestazione nazionale della memoria e dell'impegno, in ricordo delle vittime innocenti delle mafie organizzata da Libera. Le scritte, 'Più lavoro meno sbirri' e 'don Ciotti sbirro', sono state cancellate.
"Siamo i primi, da sempre, a dire che il lavoro è necessario, anzi che è il primo antidoto alle mafie. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali. Gli 'sbirri', che sono persone al servizio di noi tutti, sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse così soffocante", ha detto in una nota don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. "Questi vili messaggi, vili perché anonimi, sono comunque un segno che l’impegno concreto dà fastidio. Risveglia le coscienze, fa vedere un’alternativa alla rassegnazione e al silenzio - sottolinea - Noi è con questa Calabria viva, positiva, che costruiamo, trovando in tante persone, soprattutto nei giovani, una risposta straordinaria, una straordinaria voglia di riscatto e di cambiamento".
Questa sera il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato a don Ciotti, per esprimergli "solidarietà e vicinanza". Lo si apprende da ambienti vicini alla fondazione 'Libera'. Il capo dello Stato ha chiamato anche il vescovo di Locri, Monsignor Francesco Oliva.
Nella lotta alla mafia "non bisogna fermarsi. La mafia è ancora forte e presente, controlla l'attività economica legale e illegale e pezzi di territorio", sono state le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella che ieri ha partecipato all'incontro organizzato da Libera.