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Pnrr, Gentiloni: "Ritardare non conviene all' Italia né all'Ue"

25 maggio 2023 | 10.14
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Il Commissario europeo all'economia: "Stiamo finalizzando la nostra valutazione della terza richiesta di esborso"

Paolo Gentiloni - (Fotogramma)
Paolo Gentiloni - (Fotogramma)

Per quanto riguarda il Pnrr "l'obiettivo non può essere ritardare, perché non conviene all'economia italiana e certamente non sarebbe un buon risultato per la Commissione Europea". Lo sottolinea il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, a Bruxelles. Il piano, continua, "è molto importante per l'Italia, perché in termini assoluti è il principale beneficiario di questi fondi. E' un interesse comune della Commissione Europea e del Governo italiano raggiungere gli obiettivi del piano. Noi abbiamo un atteggiamento di grande apertura, flessibilità e volontà di collaborare, anche venendo incontro alle richieste, quando arriveranno, di questo o quell'aspetto del piano, cercando di fare tutto questo presto e bene".

Alla Commissione Europea "stiamo finalizzando la nostra valutazione della terza richiesta di esborso" presentata dall'Italia.

L'Italia dovrebbe presentare alla Commissione Europea le proprie "più che legittime" richieste di modifica del Pnrr entro fine giugno, se non vuole che le rate dei pagamenti previsti quest'anno slittino. "Non credo che dobbiamo guardare alle scadenze formali - afferma Gentiloni - ma alla realtà. E la realtà ci dice che l'Italia, secondo i piani fin qui concordati, dovrebbe richiedere una quarta erogazione nel mese di giugno e una quinta nel mese di dicembre. E' chiaro che per mantenere questo ritmo, bisogna che la discussione sulle più che legittime richieste di modifica avvenga il prima possibile, perché è difficile farla dopo giugno, se si vuole mantenere il ritmo delle erogazioni fin qui stabilite".

"Ma queste - continua - sono comunque decisioni che prenderà il governo italiano e che non hanno minimamente dei profili di illegittimità formale: è un problema sostanziale, per una sfida importantissima a cui la Commissione tiene molto, perché il successo del piano italiano è anche il successo della Commissione Europea", conclude.

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