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Poesia, protesta e inno alla vita: è 'Apriti cielo' di Mannarino

13 gennaio 2017 | 13.09
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La cover del nuovo album di Alessandro Mannarino
La cover del nuovo album di Alessandro Mannarino

di Veronica Marino

Anche la tristezza ha ritmo se la lasci libera di creare perché un attimo dopo, quando le percussioni la raccontano, eccola diventare lotta, inno alla vita, rinascita. 'Apriti cielo', il quarto album di inediti di Alessandro Mannarino, appena uscito con la Universal, è un manifesto di emozioni che diventano musica in un'armonica mistura di samba, rock, folk romanesco e blues dove, sia che parli o sussurri, sia che canti da solo o in coro Mannarino si insinua nella mente coi suoi ritornelli. Nove tracce per dire molte cose, per condividerle, per giocare con chi, come lui, sceglie l'autenticità, la libertà riuscendo nella rara impresa, oggi più che mai, di essere nazionalpopolare rimanendo coerente solo a se stesso e facendo una ricerca artistica rigorosa.

'Era una esistenza molto strana, ci si entrava con un nome, era una galera molto grande, ma si usciva per ballare'....canta Mannarino nel brano 'Vivo'. Ma qual è la galera? "Tutta l'impalcatura sociale e culturale in cui ci troviamo e per mezzo della quale siamo controllati. Si ha l'impressione di uscire di casa - dice all'AdnKronos il cantautore romano - senza ritrovarsi, però, all'aria aperta, ma in una galera molto grande. Una impalcatura fatta di schemi, costrizioni del pensiero e del comportamento".

Ma per chi ha il coraggio di essere se stesso, di 'sentire' la vita e perdersi nell'amare c'è una via d'uscita. Mannarino la canta lungo tutto l'album pur fotografando senza giri di parole le brutture, i silenzi, le inerzie, le divisioni, le bugie, le ferite ancora aperte di questa umanità. Il suo sguardo interiore è profondo come sempre, ma la rabbia del 'Bar' trova nuove parole: "Questa è una storia da raccontare, può andare bene può andare male, ma non si sa qual è il finale. Bisogna comunque andare...Il mondo è un'Arca di Noè che va perduta, alla deriva, ma se sei qui con me il mondo non c'è".

Malinconia, protesta, poesia e tenace rifiuto di adeguarsi o nascondersi dietro a simboli, Mannarino esalta ancora una volta la capacità dell'amore di andare controtendenza: "Un po' d'amore è il carburante del motore dell'astronave", racconta l’artista-cantastorie nell’Arca di Noè, convinto che l’amore sia "la benzina più potente mai vista perché sfugge alle logiche della fisica, non andando mai in passivo: in un pianeta in cui tutti gli organismi sono protesi a risparmiare e tutto tende all'omeostasi poiché si cerca di fare il più possibile sprecando meno energia possibile, l'Amore invece funziona al contrario. Più dai e più ti alimenti e più hai benzina dentro".

Di contro Mannarino fotografa con insofferenza e ironia l'ipocrisia di tante bandiere o simboli al riparo dei quali si compiono gli orrori ('e c'è chi cambia vita e si va in India'...'a che serve lavorare se gli indiani sono tanti puoi contare sui contanti, con la faccia di Gandhi'); l'artista canta anche una 'Roma' muta, rimasta "in silenzio di fronte alle tante cose negative che sono accadute".

Mannarino continua a rimanere desto di fronte alle divisioni sociali e ai danni del potere ('se vuoi stare alla grande devi stare con l'impero. Apriti cielo su chi cammina solo') e come mai prima dipinge in due strofe un intimo sentire femminile e la fatica che ogni donna porta sulle spalle per via di un retaggio lungo 2000 anni ('Per le tue cannonate, Lei s’è messa l’armatura, E niente più la tocca, Ma è piena di paura'). Lo fa nel terzultimo brano del disco ‘Le Rane’ duettando, lontano dalla moda dei featuring di ‘mercato’, con una cantante non professionista dalla voce dolce e intensa: Ilenia Sciacca.

Le percussioni hanno un ruolo centrale in questo album che batte la vita. E Mannarino porta il Brasile a Roma, fonde il succo del samba con i canti della borgata romanesca accomunando così i disagi di tutte le genti sotto il grande e unico cielo che ‘scorre’ sopra la testa di ogni essere umano. "Le forze della natura accolgono tutti senza distinzione, sopra il filo spinato, sopra le bandiere – dice l’artista soffermandosi sulla title track dell’album - Il cielo sopra è uguale per tutti in ogni parte del mondo ed è sempre diverso. Una unica entità ma, a guardarlo, pieno di sfumature, come l’essere umano nella sua essenza al di fuori delle ideologie, dei nazionalismi, delle religioni".

Per Mannarino il rispetto verso la vita e verso la libertà di espressione di ogni vita è sempre un punto centrale. Per questo vale la pena di non dimenticare i pesanti errori del passato nel camminare in avanti approcciando al mondo femminile: "Nella Grecia della Polis, così tanto evoluta, la donna veniva trattata come un animale - ricorda il musicista - e lo stesso è accaduto con i romani. Ha fatto eccezione la società etrusca ma poi col cristianesimo la donna è stata additata come una strega e bruciata. Relegata poi al ruolo di vergine e madre, le è stata negata la sessualità. Per secoli è stata tenuta ai margini della vita sociale, politica, artistica e intellettuale".

‘Accorgiamoci!’, sembra essere la sollecitazione di Mannarino lungo il viaggio che disegna in note e parole questo disco, più che mai corale. E, infatti, i soldati in ‘La Frontiera’ non riescono neppure ad accorgersi che i condannati a morte di fronte a loro stanno gemendo di piacere e non di dolore: "I soldati sono talmente abbrutiti – sorride amaro l’artista – che non riconoscono l’amore".

Ma c’è una via di uscita al mondo-galera e si rivela nell’ultimo brano, ‘Un’Estate’: "Qui ho chiamato per il coro tutti amici musicisti e cantanti, grandi artisti che sono venuti per amicizia. Volevo realizzare questa canzone con loro perché parla dell'arte. ‘Sprofondare in un albergo a ore, senza neanche dirci che era amore’... ‘passano i soldati e vanno a tempo, ma siamo stati liberi in un momento’…Ecco gli artisti – spiega Mannarino – scelgono, invece, di uscire dal tempo e di fare la propria vita come sentono fidandosi del proprio punto di vista; gli artisti hanno trovato la libertà in un altro tipo di viaggio e quindi il modo di uscire da questa galera...".

E chi non è un’artista come esce da una esistenza-galera'? "La forma d'arte è la vita a stessa", dice il cantautore. E "una forma di ricerca della libertà sta nel rapporto interumano, quando hai delle sensazioni a pelle così forti che senti solo i sentimenti e tutto il resto decade". Non a caso nel brano ‘Vivo’ Mannarino riconosce in ogni essere umano un poeta, un’artista: '...scavata sopra la fronte una poesia bellissima. Riga su riga l'ho scritta ridendo, piangendo, vivendo la vita'.

La discografia completa di questo artista ha già superato su Spotify 35 milioni di streaming e il singolo ‘Apriti cielo’, che ha anticipato l’omonimo disco, ha già 450mila streaming su Spotify, oltre ad essere al primo posto nei brani più virali con mezzo milione di visualizzazioni su YouTube. Facile, quindi, capire perché la prima data del tour, che inizia dal PalaLottomatica di Roma il 25 marzo, abbia registrato il sold out in 4 settimane e perché nella classifica ufficiale di Ticketone Mannarino sia uno degli artisti che ha venduto più biglietti negli ultimi quindici giorni (oltre 30mila in poche settimane). Per i concerti di Bologna (28 marzo), Milano (3 aprile) e Torino (6 aprile) i biglietti rimasti sono pochissimi.

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