La Polonia non concede l'estradizione del regista Roman Polanski negli Stati Uniti. Lo ha reso noto oggi la pubblica accusa che ha deciso di non impugnare la decisione della Corte d'Appello di Cracovia, che ratificato la sentenza del tribunale della stessa città del 30 ottobre scorso, con la quale si dichiarava nulla la richiesta di estradizione degli Stati Uniti dell'82enne regista.
Il giudice di Cracovia, Dariusz Mazur, ha spiegato che la sua decisione di ottobre è motivata da un accordo tra Polanski e il pubblico ministero degli Usa negli anni Settanta, quando Polanski aveva ammesso di avere avuto rapporti sessuali con una ragazzina di 13 anni. Il regista premio Oscar fu dichiarato colpevole in California nel 1977 per il reato intercorso con l'allora 13enne Samantha Geimer. Polanski fuggì in Europa nel 1978, prima della sentenza, e da allora ha vissuto in Francia, Svizzera e Polonia.
Il team difensivo del regista ha argomentato, durante il processo, che Polanski negli anni Settanta aveva vinto l'appello, e aveva trascorso volontariamente del tempo in prigione, tempo che il giudice aveva accolto rifiutando l'estradizione come illegittima. Il giudice ha tenuto conto anche dell'età del regista, 82 anni, e del tempo trascorso dai fatti.
